JOSEF KOUDELKA, IL FOTOGRAFO SENZA DIMORA
“RADICI” DI JOSEF KOUDELKA, AL MUSEO DELL’ARA PACIS DI ROMA
E’ in programma fino al 29 agosto prossimo la mostra fotografica “Radici” di Josef Koudelka al Museo dell’Ara Pacis di Roma (Catalogo Contrasto).
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Un’opera imponente costruita in trent’anni di lavoro dal grande fotografo ceco, il reporter testimone della Primavera di Praga, poi l’autore di “Gypsies”- Zingari (1962-1970) e ancora di“Esuli” (1968-1994) fino al suo ultimo lavoro“Wall. Paesaggio israeliano e palestinese 2008-2012” (2013), tutti intensi percorsi umani fotografati in bianco e nero nell’inconfondibile forte cifra espressiva del suo animo nomade e viaggiatore.
Koudelka vive la prima parte della sua vita nel blocco sovietico in Cecoslovacchia, sono gli anni della guerra fredda ed è testimone dell’invasione russa di Praga del 1968. Le sue famose foto della rivolta fecero il giro del mondo fino ad essere segnalate dalla Magnum (l’agenzia di Cartier-Bresson, Capa, Erwitt, Seymour) e lì a pieno merito fu invitato a collaborare. Questo gli valse il visto per l’Inghilterra dove richiese asilo politico, condizione di vita nella quale si identificò pienamente, considerandosi per i venti anni successivi un cittadino senza patria.
Un’anima e uno sguardo itinerante che ritroviamo anche nella mostra dell’Ara Pacis. Stavolta il fotografo ci conduce tra gloriose e solitarie vestigia greche e romane, dalla Siria alla Turchia, dalla Grecia al Libano, all’Africa del Nord, all’Italia e in quasi tutti i paesi delle sponde del Mediterraneo, a testimoniare le inesorabili conseguenze del corso del tempo sullo splendore di quelle civiltà. Le nostre “Radici” appunto, che Koudelka, superbo conoscitore del mezzo tecnico, ci impagina e ci restituisce nello strepitoso formato panoramico, in un racconto colto e al tempo stesso popolare, quasi un poema epico tradotto in fotografia.
L’opera di Koudelka quindi percorre nel vivo il rapporto tra la fotografia e il viaggio. Dai carri armati di Praga ai nudi interni di “Gypsies” a queste deserte rovine di “Radici”, protagonista è decisamente l’uomo nella sua condizione di viaggiatore del proprio divenire, della propria storia.
Scrive Alex Webb, altro grande fotografo dell’agenzia Magnum: “Qualche anno fa mi trovavo seduto nella metropolitana con Josef Koudelka, che non vedevo da diversi anni. Improvvisamente Josef si è piegato in avanti e mi ha afferrato la scarpa, girandola per guardare la suola. Con il suo modo di fare diretto, tipico della cultura ceca, voleva accertarsi che avessi camminato abbastanza e, quindi, fotografato abbastanza”.
Approfondimenti:
https://www.magnumphotos.com/photographer/josef-koudelka/