È un’architettura che si condensa di luce, quella che si può ammirare nelle opere di Vittorio Trainini, decoratore, artigiano e pittore originario di Mompiano di Brescia, in cui è nato nel 1888, e ora in esposizione al Castello di Padernello, maniero quattrocentesco della Bassa Bresciana. La storia della pittura italiana si delinea nel lavoro dell’artista e nella mostra che inaugura il 29 maggio alle 17.30 ed è visitabile fino al 26 giugno 2022 negli orari di apertura del Castello.
LA MOSTRA
L’esposizione è nata dalla volontà del figlio Gianluigi Trainini, mentre l’allestimento, progettato dallo scenografo Giacomo Andrico e realizzato in legno naturale spazzolato dai volontari delle officine del castello richiama l’architettura, molto cara a Vittorio Trainini, accogliendo bozzetti, schizzi, cartoni, elaborati per affreschi realizzati durante il suo lungo percorso artistico tra ville, palazzi, basiliche, chiese ed eremi. Visitando la mostra al Castello di Padernello, si potranno riconoscere anche alcune pietre dalle quali l’artista ha fatto emergere scene e figurazioni di intensa forza realistica ed elaborazioni grafiche di immagini fotografiche rese attraverso pochi tratti di penna o di pennello. Non mancano le opere a cavalletto alle quali Vittorio Trainini si dedicava soprattutto nei mesi invernali e poi le nature morte, paesaggi, ritratti e composizioni varie. Alcuni spazi sono riservati anche alla scultura attraverso gruppi di putti o angioletti giocosi in terracotta. Una mostra, dunque, in cui scoprire i diversi aspetti dell’arte di Trainini che trae linfa dalle differenti epoche della storia dell’arte e degli artisti che l’hanno contraddistinta: “la luce dorata rinascimentale; il furore di segno del “Riformato” Romanino; le umide ombre e luci del più grande Savoldo; le delicate e tonali gamme cromatiche dei “Grandi Veneziani”; il maestoso e bituminoso colore della pittura bruna della Controriforma; la luministica salita al cielo pre-impressionista del Tiepolo; il sapiente eclettismo dell’Ottocento naturalistico e “Deco’ europeo, il simbolismo accennato, sospeso e silenzioso della Metafisica del Novecento; e su tutto affiora il piacevole affidamento al caos nella creazione di rapide figure e sapienti composizioni, come a ricordare le antiche lezioni sulle macchie di intonaci di Leonardo da Vinci”.
L’ARTISTA
Vittorio Trainini sviluppò fin da giovane un’attitudine particolare per la pittura di figura, formandosi quasi da autodidatta con suo zio Giuseppe, noto decoratore bresciano. Esordì nel 1910 vincendo il concorso per l’esecuzione figurativa di una sala nel padiglione lombardo nell’Esposizione delle Regioni Italiane a Roma. Nel 1913 venne chiamato dall’architetto Andreani a Mantova per la decorazione della nuova Camera di Commercio. E iniziò a lavorare per la committenza ecclesiastica. Nella sua vita ha infatti affrescato più di cento chiese, molte delle quali a Brescia, in provincia e in altre città. Coltivando insieme pittura, scultura ed architettura, progettò e diresse la costruzione delle chiese di S. Rocco a Concesio, S. Biagio a Soprazzocco, la chiesa dei Cappuccini a Brescia e la casa d’abitazione dello zio Giuseppe. Creò cartoni per opere lignee, disegni di tessuti e ricami per paramenti liturgici, vetrate e pavimenti musivi, ferri battuti e tanti quadri ad olio, tra cui ritratti, paesaggi e nature morte. Particolare interesse hanno suscitato le elaborazioni grafiche tratte dalla natura: rocce, piante, nubi, pietre dipinte. L’esposizione al Castello di Padernello è anche occasione per stimolare i visitatori a ricercare altre opere dell’artista che fanno parte di residenze, palazzi nobili ed edifici di culto del territorio bresciano.