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PERCHE’ ANDARE A DUBAI? PER VEDERE IL FUTURO!

PERCHE’ ANDARE A DUBAI? PER VEDERE IL FUTURO. E’ LA PRIMA RISPOSTA CHE VIENE IN MENTE QUANDO SI PARLA DI QUESTO EMIRATO DALLA STORIA RELATIVAMENTE RECENTE, CHE DA VILLAGGIO DI PESCATORI DI PERLE E’ DIVENTATO IN MENO DI DUE SECOLI UNA DELLE CAPITALI PIU’ TECNOLOGICHE AL MONDO, UN GRANDIOSO LABORATORIO DI INGEGNERIA E DI ARCHITETTURA. E SOLO QUESTO VALE UNA VISITA

E POI C’E’ L’EXPO CHE, NONOSTANTE LA PANDEMIA, HA SAPUTO OFFRIRE UNO SPETTACOLO STRAORDINARIO DI IDEE E DI INNOVAZIONE. C’E’ TEMPO FINO AL 31 MARZO PER COGLIERE QUESTA OPPORTUNITA’ E SE SIETE CURIOSI DI COSA PUO’ RISERVARCI IL FUTURO, O ANCHE IL PRESENTE PROSSIMO, QUESTO E’ IL POSTO GIUSTO

Mercato delle spezie
LA STORIA

Dunque Dubai, che nel 1833, narrano le storie locali, è governata dalla tribù Al Maktoum. Base dell’economia sono le perle che vengono commercializzate in Medio Oriente arrivando anche sui mercati europei. La svolta arriva nel 1958, quando sua altezza lo sceicco Rashid bin Saeed Al Maktoum diventa governatore di Dubai e resta alla guida per 32 anni. Nel frattempo molte cose sono cambiate e l’emirato, che nel 1966 ha scoperto il petrolio, ha già dato un’impronta internazionale alla propria economia, con una crescita verticale della propria ricchezza. Nel 1971 Dubai e gli altri emirati arabi costituiscono gli Emirati Arabi Uniti, che rafforzano il ruolo dei singoli componenti in campo economico mondiale. Nel 1979 viene aperto il Dubai World Trade Center, un grattacielo bianco di “soli”38 piani, ancora oggi visibile e ben conservato, e chiamato affettuosamente “il nonno” dagli emiratini. E in effetti, rispetto a tutto quello che verrà innalzato negli anni successivi, fino all’incredibile Burj Khalifa del 2010, la torre più alta del mondo con i suoi 828 metri di altezza, oggi il “nonno” appare come un modesto edificio dall’aria retrò.

Grattacieli visti dal Burj Khalifa – ph©E.Cardinali
Grattacieli visti dal Burj Khalifa – ph©E.Cardinali
LA CITTA’ DALL’ALTO

I grattacieli di Dubai sono un’esperienza come poche. A partire proprio dallo svettante Burj Khalifa, sul quale si può salire fino al livello 124, a 452 metri d’altezza. Da qui una terrazza a vetri permette di guardare dall’alto una selva di grattacieli e la laguna interna ricavata nell’area attorniata da una serie di eleganti edifici e di un gigantesco mall, brulicante di negozi e locali, il Dowtown Dubai. Di sera qui lo spettacolo è assicurato dalle fontane danzanti a suon di musica e dallo spettacolare gioco di luci proiettato sul Burj Khalifa e sugli edifici circostanti.

Altro polo d’attrazione, ancora una volta in quota, è The Wiew at The Palm, uno spettacolare colpo d’occhio dal 52° piano del The Palm Tower, a circa 250 metri d’altezza, che permette di ammirare la penisola artificiale a forma di palma che si staglia sul mare del Golfo Arabico, la Palm Jumeirah. Un’opera ciclopica, che viene spiegata attraverso una serie di tavole in una grande sala della torre, e che oggi ospita alberghi e residenza di lusso. Questa zona è collegata al resto della città da un treno monorotaia che termina la sua corsa davanti all’imponente hotel Atlantis che ospita al suo interno anche un bellissimo acquario brulicanti di pesci tropicali e oceanici.

Burj Khalifa – ph©E.Cardinali
IL SIMBOLO

Se il Burj Khalifa è il grattacielo più ardito di Dubai, il luogo simbolo, quello che resta nell’immaginario collettivo dei visitatori, è però lo scenografico Burj Al Arab, più noto come la Vela, l’avveniristico hotel di lusso a sette stelle, unico di questa categoria al mondo, che si staglia sul Golfo Arabico nella zona di Jumeirah.

Burj al Arab – La Vela sullo sfondo – ph©E.Cardinali
Ruota panoramica (altezza 250 metri)

Diciamolo pure, il lusso a Dubai è di casa. Ma non è l’unica realtà. Anzi, sono molte le opportunità di svago a portata di tutti.  Spettacolare è l’esperienza della ruota più grande del mondo (è alta 250 metri) nella zona di Bluewater mentre una passeggiata nella zona della Marina, dove si possono anche fare escursioni in battello, fa scoprire un’ulteriore vista dei grattacieli. Di attrazioni Dubai ne offre parecchie, dai parchi acquatici agli acquari, dagli interminabili giri nei mall per gli appassionati dello shopping, che qui ha una delle sue capitali mondiali, fino all’avventura dello sci al coperto. Idem per il cibo. Si può mangiare in tantissimi locali di cucina libanese, araba, indiana e cinese a costi molto contenuti fino alle proposte di ristoranti di alto livello a costi impegnativi. La scelta è molto ampia.

La cornice d’oro – ph©E.Cardinali
LA CORNICE D’ORO

Tra le cose da vedere, oltre ai quartieri del design e quello finanziario, oltre alla cosiddetta città vecchia con il suo suk pieno di profumi speziati e di colori che si trova oltre il Creek, il braccio di mare che separa le due aree di Dubai, merita una tappa il Frame, la gigantesca cornice dorata (ricoperta di vero oro zecchino) alta 150 metri, larga 93 e con un ponte che collega le due torri. La struttura della Dubai Frame è unica nel suo genere. Simile alla cornice di un quadro, in direzione nord permette la vista sulla parte storica di Dubai, mentre in direzione sud offre uno squarcio mozzafiato sullo skyline della città moderna.

Qualcuno dirà che tutto questo assomiglia un po’ a Disneyland. Può darsi, In realtà questo luogo è frutto di una visione ben precisa, di un luogo dove si realizzano le idee più ardite per il futuro. Camminare per i quartieri avveniristici di Dubai dà spesso questa impressione, come osservare la metropolitana di superficie che percorre la città fino all’aeroporto.

Ingressi Expo – ph©E.Cardinali
Padiglione Azerbaijan – ph©E.Cardinali
L’EXPO

Ma tutto questo diventa sensazione netta all’Expo, la prima Esposizione Universale che si svolge in un Paese arabo. Sono 192 i Paesi partecipanti, su un’area di oltre quattro chilometri quadrati dove si trovano esperienze tecnologie all’avanguardia, arte e cultura in un ambiente avveniristico. La pandemia ha molto ridimensionato le previsioni che stimavano 20 milioni di visitatori a fine kermesse. Ora si prevede saranno circa la metà. Ma il valore di questa manifestazione che ha sviluppato i temi della sostenibilità, dell’opportunità e della mobilità in numerose declinazioni, non è stato scalfito dalle defezioni causate dal Covid 19.

Anche qui le esperienze spettacolari non fanno difetto. Uno dei padiglioni più emozionanti è quello dell’Arabia Saudita, già di per sé un capolavoro architettonico, che accoglie il visitatore in una specie d’imbuto accompagnandolo in un ampio spazio interno dove vengono proiettate immagini gigantesche di mondi primordiali e poi di luoghi reali, un viaggio ideale dai tempi remoti fino al presente. Il Kazachistan offre anche una strepitosa performance dal vivo con una contorsionista-ballerina che ha come partner una ciclopica mano robotica. Solo per citare qualche effetto speciale.  Gli Stati Uniti hanno portato qui una parte del missile Saturn e la copia del modulo Lem. Un padiglione speciale è quello dedicato alle Donne, un’esperienza singolare fatta di centinaia di testimonianze per immagini, parole e situazioni, messa a disposizione dalla Maison Cartier. Nel padiglione degli Emirati Arabi l’archistar Santiago Calatrava propone il suo “falco”, un uccello dalle ali tecnologiche a pannelli solari che si aprono e si chiudono con il sole. Expo è anche la passerella del genio creativo, dei luoghi delle persone, della loro vita quotidiana di oggi, del loro passato e del loro futuro, il luogo dove si pensa il mondo che verrà.

 In questo senso si posiziona il padiglione Italia, che non ha entusiasmato tutti ma che ha anche riscosso lusinghieri consensi. Si trova nell’area dedicata alle opportunità e offre diversi spunti di riflessione. Con una superficie di 3.500 metri quadrati e con un’altezza di 25 metri raccoglie in sé il concetto della sostenibilità, con un pavimento fatto di materiale riciclato, e della valorizzazione della propria storia, a partire dalla statua simbolo del David di Michelangelo e dalle immagini dell’Italia che scorrono come in un film. Al terzo piano una clessidra, poi, scendendo, un gigantesco pianoforte e violini alle pareti, quindi un motore d’aereo. Un padiglione concettuale e visionario, nello spirito dell’Esposizione universale, omaggio all’umanità in tutti i suoi colori e opportunità.

Elena Cardinali

Sono nata a Verona nel 1958 ed ho lavorato come giornalista professionista nel giornale "L'Arena" di Verona dal 1982 al 2019. Nell’ultimo decennio della mia carriera professionale mi sono in particolare occupata del patrimonio storico e artistico di Verona. Al di fuori dell’impegno professionale, nonostante i tempi molto ridotti, ho portato avanti l’impegno di console a Verona del Touring Club Italiano, organizzando visite in luoghi storici della città, sempre con l’idea di allargare ad una più vasta platea la conoscenza del capoluogo scaligero. Sono stata insignita del Premio Giulietta 2020 alla donna e alla carriera, organizzato da Luce Arts Workshop con il patrocinio del Comune di Verona.