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ALLA SCOPERTA DEI NUOVI BORGHI IN TRENTINO

L’ELENCO DEI BORGHI SI E’ ULTERIORMENTE ALLUNGATO

Pieve Tesino, museo casa De Gasperi – ph©Alice Russolo)

Viaggiare tra tradizioni, antiche pietre, architetture rurali, i segni del sacro e dell’uomo, la memoria di una cultura alpina ancestrale ed i suoi simboli. Questo itinerario tra il passato e il futuro delle comunità di montagna ha per méta i “Borghi più belli d’Italia” del Trentino, un elenco che nel 2021 si è ulteriormente allungato con l’inserimento di due nuove tappe: Luserna / Lusérn e Pieve Tesino. Ora sono otto in totale e i nuovi entrati si aggiungono a Mezzano, Vigo di Fassa, Canale di Tenno, Rango, Bondone e San Lorenzo – Dorsino.

Un pugno di case che sembra come sospeso, quando alle prime luci dell’alba, le nebbie invadono la Valle dell’Astico e salgono fino a lambire l’orlo dello sperone roccioso che precipita a ovest del paese in questo fluttuante mare di vapori. E Luserna/Lusérn, borgo di montagna a 1.333 m a sud – est di Trento, è davvero un’isola, l’ultima dove la lingua cimbra, antico idioma Bavarese, viene ancora correntemente parlata dal 90% della popolazione. Appartato e immerso in questa cornice naturale di grande fascino è posto al confine centro-meridionale di un grande alpeggio che si estende tra Folgaria, Lavarone e Passo Vezzena a precipizio sulla Valle dell’Astico. Isolamento e difficoltà nei collegamenti hanno contribuito a mantenere l’antica lingua dei coloni giunti quassù poco dopo l’anno Mille, radici che neppure la forte emigrazione ha potuto estirpare. Nella fascia pedemontana compresa tra l’Adige e la Brenta oggi si dichiarano cimbri in circa 1500 e tra loro anche la gran parte degli attuali 250 abitanti di Luserna.

A occuparsi della salvaguardia e della valorizzazione della cultura cimbra è il Centro Documentazione Lusérn/ Dokumentationszentrum Lusérn, ospitato nell’antica scuola tedesca ottocentesca, sede museale con sezioni dedicate alla storia e alle tradizioni, alla fauna locale, ai forni fusori dell’Età del Bronzo e alla Grande Guerra (proprio nella piazza e sulla chiesa di Luserna, all’alba del 25 maggio 1915, caddero le prime bombe italiane nei territori dell’Impero d’Austria e Ungheria). La Casa museo Haus von Prükk è l’emblema delle tradizioni di questa minoranza: è nata dal restauro conservativo di un antico maso che aveva mantenuto inalterate nel tempo le proprie caratteristiche di dimora contadina ottocentesca.

Conservare un’identità vuol dire innanzitutto mantenere una comunità sul territorio, anche con strumenti nuovi. Così a Luserna è stato sperimentato il primo progetto di co-living che ha coinvolto una realtà alpina. L’iniziativa prevedeva – attraverso apposito bando – la messa a disposizione di quattro alloggi con contratto di comodato a titolo gratuito per un periodo di 4 anni a giovani nuclei familiari con o senza figli. Più di cento le richieste di informazioni pervenute, diverse anche dall’estero. E da novembre 2020 quattro nuove famiglie sono entrate a far parte della comunità di Luserna, 8 adulti con 9 bambini arrivati da varie località del Nord Italia. Dopo una passeggiata tra i boschi attorno al borgo si può sostare al rifugio Malga Campo. Al Lusernarhof, invece, ricavato all’interno di tre antiche case cimbre che si affacciano sulla valle dell’Astico, si possono degustare piatti della tradizione.

Il borgo di Pieve Tesino è noto per aver dato i natali allo statista Alcide De Gasperi (1881-1954) al quale è dedicato il Museo Casa Degasperi. A Pieve Tesino spetta una primogenitura particolare: lo stesso anno in cui nasceva Degasperi, si costituiva anche la locale Pro Loco, quale prima Pro Loco d’Italia. Nacque come Società per l’abbellimento del Colle di San Sebastiano “…per l’imboscamento e l’abbellimento del grazioso colle di S. Sebastiano, da molti anni affatto deserto, brullo e sterile del tutto”, con l’obiettivo di far decollare anche qui quel turismo alpino che andava sviluppandosi in molte zone delle Alpi. Allungato sulle falde meridionali del cono selvoso del Monte Silana che lo difende dai venti del nord, ai suoi piedi si allarga la bellissima conca tesina con le sue interessanti colline moreniche. Pieve, così detto perché da immemorabile data è sede della Chiesa Pievana della valle, si apre a ventaglio ai piedi del Bosco di Santa Maria, ed è disposto su brevi terrazzamenti collegati tra loro da strade trasversali selciate ancora in parte dai “ciottolini” raccolti nel greto del vicino torrente Grigno (affluente della Brenta), e, nella parte alta, da ardite scalinate in granito. Conserva la testimonianza del suo intenso e illustre passato negli edifici e nei portali, che risalgono persino al Quattrocento. Il cuore del borgo è la Piazza Maggiore, dove spicca la “dama delle fonti”, antica fontana di forma ottagonale in pietra rossa. A segnare profondamente la storia della zona furono i venditori ambulanti girovaghi che con le loro stampe artistiche, da questo altopiano raggiunsero i più disparati angoli del mondo, fondando negozi e divenendo anche editori. Oggi il Museo per via, all’interno di Casa Buffa Giacantoni, raccoglie le testimonianze di quella epopea da più prospettive, di chi partiva per percorrere a piedi itinerari impensabili e delle famiglie che restavano affrontando sfide non meno dure. Prodotto tipico del Tesino sono “le Verde”, dei crauti preparati sminuzzando i cavoli cappucci e sottoponendoli a fermentazione lattica, da consumare fredde e condite. Si possono degustare al ristorante del Campeggio Valmalene, immerso nel verde, oppure a Castello Tesino al ristorante dell’Albergo Chalet Abete Rosso.

Approfondimenti/1
A Luserna, se si odono tuoni provenire da est, la direzione della grotta della Frau Pèrtega, gli anziani sanno che questo è l’annuncio di una imminente nascita. In questa grotta, infatti, all’interno di botti colme d’acqua, Frau Pèrtega custodisce i bambini che ancora devono nascere e ogni volta che risciacqua la botte che ha ospitato un nascituro, l’urto involontario contro le rocce provoca questo suono. La Frau Pertega è uno dei tanti personaggi di una cultura ancestrale dove le vicende degli uomini, buone e cattive, sono inserite in una dimensione soprannaturale e popolata da queste figure misteriose, nascoste, ma in realtà sempre presenti, quasi in simbiosi. Per saperne di più basta inoltrarsi lungo il Sentiero dell’Immaginario Cimbro, il «Nå in tritt von Sambinélo», un percorso ad anello lungo 7 chilometri sopra il paese. Un paio d’ore di camminata per scoprire sotto i grandi abeti rossi il basilisco-drago, la coraggiosa Tüsele Marüsele, l’uomo-lupo, i cantastorie cimbri, attraversare distese di campi fioriti e fermarsi per una sosta al rifugio Malga Campo. E poi di nuovo nei boschi dove si aggira Sambinelo, un folletto vestito di rosso. Il Sentiero dalle Storie alla Storia è un secondo percorso tematico che attraverso 28 silhouettes di metallo, arricchite con dettagli artistici in cotto, ripercorre fatti e personaggi della storia di Luserna prima e dopo il conflitto mondiale.

Approfondimenti/2
A Pieve Tesino esiste un luogo dove è possibile immergersi nella natura senza dover affrontare impegnative escursioni in quota nel vicino Gruppo del Lagorai. È l’Arboreto del Tesino che si estende per circa 14 ettari in località Campagnola nella vallata del Rio Solcena, nel territorio dei comuni di Pieve Tesino e Cinte Tesino. È un percorso di circa 2 ore tra prati, ambienti umidi e nuclei di bosco. L’Arboreto è stato realizzato a partire dal 2002 grazie al progetto curato dal Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Centro Studi Alpino dell’Università della Tuscia (Viterbo) che ha la propria sede operativa proprio a Pieve Tesino. Gli appassionati di botanica e i visitatori più attenti, attraverso passerelle e percorsi guidati, possono riconoscere all’interno dell’Arboreto diverse tipologie di bosco. Con una facile escursione adatta a tutti si possono conoscere piante e ambienti del territorio. Per coniugare natura e letteratura, lungo il sentiero si trovano delle bacheche “letterarie” che riportano i testi di “Arboreto Salvatico” dello scrittore Mario Rigoni Stern.

Altre sei località trentine sono inserite nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia: dalle Giudicarie all’alto Garda, dalla Valle del Chiese alle valli dolomitiche. Questi borghi aprono le porte per far parlare le corti con le tipiche fontane in pietra, affreschi e altri segni del sacro sulle facciate delle case, i porticati, i fienili e i ballatoi in legno dove ancora si fanno essiccare le pannocchie di granturco oppure le noci, le cataste di legna trasformate in opere d’arte


30/10/2022  08:05:15  Nota stampa

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