ORTO SAN MARCO SETAP, AGRICOLTURA LOCAL E SETA HI TECH – ROVERETO
C’è un’area verde, nel cuore di Rovereto, poliedrica e al servizio delle persone, dove crescono collaborazioni inclusive e stabili, si coltiva la cultura del biologico e si fa formazione. È l’orto San Marco Setap, un orto urbano innovativo che prova a rispondere ai bisogni quotidiani della città legati a stili di vita più sostenibili, e ad una alimentazione sana, aperto anche a chi viene a Rovereto da turista e vuole essere coinvolto in un racconto interattivo fatto di esperienze e attività “sul campo”, anzi sull’orto e dove sporcarsi le mani è d’obbligo. Qui le persone possono non solo acquistare al dettaglio prodotti a km zero (da ordinare sul portale www.mangiotrentino.it), ma anche assistere alla coltivazione vera e propria, apprendere tutti i processi produttivi (dalla semina alla raccolta) a seconda delle stagioni e dei vari periodi dell’anno grazie anche al giardino didattico. L’orto San Marco contribuisce poi a mantenere la memoria di una attività antica, la sericoltura, che ha prodotto il primo grande sviluppo economico della Vallagarina, tra il ‘600 e ‘700 una delle piazze più importanti d’Europa. Nel gelseto sono state piantumate circa 500 piante e rilanciare così questa tradizione, grazie al laboratorio per la produzione di seta di qualità, realizzato con il sostegno di importanti realtà locali. Una produzione che guarda al futuro e a nuove applicazioni nel settore delle biotecnologie, soprattutto in campo biomedico, attraverso la collaborazione con il Centro di ricerca Biotech dell’Università di Trento che ne studia le straordinarie caratteristiche fisiche-biologiche. https://ortosanmarco.eu/
L’ORTO DEL MUSE, UNO STIVALE DI BIODIVERSITÀ – TRENTO
Dal ‘Peperone quadrato d’Asti’ alla ‘Zucca beretta piacentina’, dagli ‘Agretti’ tipici del Lazio allo ‘Zucchino Serpente di Sicilia’. È un vero e proprio viaggio negli “Orti d’Italia” – il nuovo allestimento degli orti del MUSE. Duemila metri quadri di diversità agraria in continuo mutamento allestiti nel grande prato antistante il Museo e il rinascimentale Palazzo delle Albere – tra le specie che caratterizzano le coltivazioni locali, i profumi delle erbe aromatiche e i prodotti tipici che fanno da base per la gastronomia tradizionale. In questo spazio sempre visitabile è stato recentemente creato il Giardino dell’Uva, il vigneto resistente dedicato al tema della sostenibilità, obiettivo futuro per la viticoltura in Trentino. Il vigneto, creato grazie ad una sinergia con la cantina Endrizzi di San Michele all’Adige, ospita i filari delle principali viti resistenti studiate dalla Fondazione Mach. www.muse.it/home/scopri-il-museo/percorso-espositivo/orti/
MEZZANO, IL BORGO DEGLI ORTI PIÙ VERDE DEL PRIMIERO
Mezzano è un paese di orti: il territorio comunale ne conta circa 400, 257 dei quali in paese e, in particolare, 122 nel centro storico. Raccolti perlopiù in aggregati di 200-250 mq, gli orti formano delle isole di verde coltivato che legano l’abitato e ne esprimono il carattere profondamente rurale. Distribuiti lungo le strade del paese alternano il verde delle piante, ai colori dei fiori, al grigio delle pareti al marrone dei tabià, un incontro cromatico che caratterizza da sempre Mezzano. Sebbene gli orti abbiano avuto una funzione di sostentamento in passato, come naturale estensione della casa, erano anche luoghi di lavoro all’aperto in cui creare relazioni e sostegno tra le famiglie, luoghi di gioco e di scambio tra vicini. Oggi gli antichi recinti di legno (che sopravvivono ancora negli orti di alta montagna) sono stati sostituiti a partire dal secondo dopoguerra con reti metalliche che favoriscono l’insolazione e permettono al passante di affacciarsi e godere della bellezza di questi orti-giardino. Qui strade, edifici e orti sono parte di un unico macro-organismo, un magico e prezioso intreccio di vivibilità e sostenibilità, che si è perso totalmente nei più caotici insediamenti urbani, ma anche nei paesi colonizzati dal turismo di massa. Per questo gli orti sono un legame con la storia più solida di Mezzano. Il verde rurale, di cui essi sono il nucleo più ricco e fertile, è espressione di una capacità condivisa di restare ancorati alle proprie radici e saper stare in questi luoghi con l’amore mai sazio per la montagna e i suoi ritmi più antichi. www.mezzanoromantica.it/orti
NEI GIARDINI STORICI DEL TRENTINO
Parco Guerrieri Gonzaga – Vallagarina. Nel borgo di Villa Lagarina, il parco è un’oasi verde tra le più suggestive e ben conservate del Trentino. Circondato da alte mura, fronteggia l’antico palazzo allargandosi per oltre tre ettari di verde incontaminato. Nel 1806 il barone Sigismondo de Moll, competente e capace botanico, acquistò la proprietà e trasformò il vigneto prospicente il palazzo in un vero e proprio parco romantico. Per realizzarlo si avvalse della collaborazione di un gruppo di architetti austriaci, gli stessi che avevano dato vita al Parco di Schönbrunn a Vienna. Negli anni Cinquanta la proprietà è passata in eredità ai marchesi Guerrieri Gonzaga che ancora oggi la curano con grande attenzione e rispetto.
Il giardino è un paesaggio rigoglioso che offre spunti interessanti tra dolci colline, viali e sinuosi vialetti, grotte e macchie boschive che si alternano armoniosamente con i prati in un continuo alternarsi di ambienti vegetali che si susseguono componendo un raffinato mosaico. Geometrie di siepi di bosso costeggiano la grande limonaia, un tempo la serra più a nord d’Italia, in cui maturavano numerose qualità di agrumi. Tra il verde del fogliame si scorgono un laghetto alimentato da una piccola cascata, una grande grotta, una voliera, uno châlet austriaco, un piccolo mausoleo ove riposa il barone Sigismondo e un belvedere affrescato. Piante esotiche si mescolano ad altre autoctone, splendidi esemplari di ginkgo biloba e tiglio si alternano a ippocastani e querce, faggi e aceri, vecchi bossi a portamento arboreo, sia della specie più diffusa sia di quella più rara come il bosso delle Baleari. Tra i tanti, fanno bella mostra un pino dell’Himalaya, dei Liquidambar orientali, un maestoso noce nero e un platano dalle misure straordinarie: 47 metri di altezza, 6,40 di circonferenza del tronco e 36 di diametro della chioma. www.parcoguerrierigonzaga.it/
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