RINVENUTI DUE SCHELETRI NELL’INSULA DEI CASTI AMANTI A POMPEI
IL PARCO NAZIONALE DI POMPEI, PATRIMONIO UNESCO, NON FINISCE MAI DI SORPRENDERE – GLI ARCHEOLOGI PORTANO ALLA LUCE DUE SCHELETRI DI PERSONE VITTIME DELL’ERUZIONE DEL 79 D.C.
L’inferno che si scatenó nel 79 d.C. a Pompei, portó alla confusione, alla disperazione, al recupero di alcuni oggetti prima di scappare, ma l’eruzione, il terremoto, i lapilli e alla fine il collasso della nube piroclastica costituita da cenere vulcanica e gas caldi, mise fine a pompei, ercolano e zone limitrofe sommergendole.
Gli archeologi hanno ritrovato altri due scheletri, nell’Insula dei Casti Ananti, vittime rimaste sotto il crollo di un muro avvenuto nella fase finale prima della sepoltura dei territori. Ancora una testimonianza sempre più chiara che, durante l’eruzione, non furono solo i crolli associati all’accumulo dei lapilli o l’impatto delle correnti piroclastiche gli unici pericoli per la vita degli abitanti dell’antica Pompei, come gli scavi degli ultimi decenni stanno sempre più investigando.
L’eruzione che distrusse Pompei, secondo la lettera di Plinio il Giovane a Tacito, si verificò tra il 24 e il 25 agosto del 79 d.C. ma un nuovo studio dei ricercatori, archeologi e storici posticipa l’eruzione del Vesuvio da agosto al 24-25 ottobre.
17/05/2023 08:46:21 Giovanni Tavassi