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SILVIA CAMPORESI – FRAGILE SUBLIME

SILVIA CAMPORESI – FRAGILE SUBLIME A CURA DI NADIA STEFANEL.

FONDAZIONE DINO ZOLI, FORLI’ – DAL 17 MAGGIO AL 20 LUGLIO 2024.

Nadia Stefanel, Silvia Camporesi, Monica Zoli. Img©Luca Bacciocchi
Con la personale di Silvia Camporesi, visitabile fino al 20 luglio 2024 presso la Fondazione Dino Zoli di Forlì, Dino Zoli Group ha voluto ricordare la terribile alluvione che nel maggio 2023 ha colpito la città di Forlì, le zone circostanti e gran parte della Romagna, per tenere alta l’attenzione e sollecitare un concreto intervento in termini di prevenzione e cura del territorio.
Dopo il benvenuto di Monica Zoli, socia Dino Zoli Group, e i saluti istituzionali del questore di Forlì-Cesena Claudio Mastromattei e del rappresentante di Confindustria Romagna Mario Corsi, la mostra è stata presentata dalla direttrice della Fondazione Dino Zoli Nadia Stefanel, in dialogo con l’artista Silvia Camporesi.
Visitatori alla mostra Fragile Sublime di Silvia Camporesi – Fondazione Dino Zoli Forli 2024 – img©Luca Bacciocchi
L’esposizione Fragile Sublime, promossa dalla Fondazione Dino Zoli e prodotta dall’azienda Dino Zoli Textile, restituisce parte del lavoro dedicato dall’artista al tema dell’alluvione e del dissesto idrogeologico, in ideale continuità con la mostra Romagna sfigurata, visitabile in contemporanea a Forlì, presso la Sala del Monte di Pietà.

Alla Fondazione Dino Zoli, dodici fotografie, quasi tutte inedite, raccontano il Parco urbano “Franco Agosto”, un luogo del cuore per i forlivesi con i suoi venti ettari di prati, alberi, animali e giochi per bambini. Scattate tutte nello stesso giorno, in un arco di tempo ridotto, le immagini raccontano un luogo straniante e onirico, di struggente silenzio e inaspettata quiete, in cui l’aspetto drammatico si stempera nella poesia della visione.

«Il giorno successivo all’alluvione, non avendo subito danni, mi sono chiesta cosa fare», racconta Silvia Camporesi. «Sono una fotografa, ma non una reporter, come avrei dovuto comportarmi di fronte all’accaduto? Non ho avuto dubbi: dovevo vedere. Così appena è stato possibile sono uscita e quel che ho visto è stato atroce e bellissimo insieme. Con una tuta da pesca mi sono addentrata nel parco urbano, da sola in mezzo a una enorme quantità di acqua e di fango. Sapevo che quel che facevo comportava un alto rischio, ma era troppo grande il desiderio di vedere, puntare gli occhi su qualcosa di assoluto, unico. Il parco era un lago fermo, silenzioso, dove tutto quello che eravamo abituati a vedere normalmente era scomparso. Eppure si trattava di una visione sublime, perché la natura si riprende, trova la sua strada per riemergere. Oggi il parco è tornato quasi alla normalità, gli animali hanno ripreso a circolare; gli alberi sono rifioriti ma portano ancora le macchie del fango ed enormi cumuli di terra giacciono un po’ ovunque».

«Con Silvia Camporesi – scrive Monica Zoli – le strade si sono incrociate innumerevoli volte e siamo felici di questa nuova collaborazione che ha raggiunto un livello ancora più profondo. Le fotografie, uniche e inedite, che ha realizzato al Parco urbano inondato dall’alluvione, sono state stampate all’interno della Dino Zoli Textile dopo un’attenta ricerca del materiale più adatto ad esprimere la loro poetica. Una ricerca che ha sicuramente arricchito noi di un nuovo ambito di applicazione dei processi di stampa, oltre alla soddisfazione di un risultato apprezzato dall’artista, attenta ad ogni minimo dettaglio».

«In questa serie di fotografie inedite – scrive la curatrice Nadia Stefanel – l’artista suggerisce una bellezza così profonda e tuttavia così delicata della Natura che potrebbe frantumarsi sotto il peso della sua stessa maestosità. Questa giustapposizione invita a una contemplazione più profonda dei modi in cui gli aspetti sublimi della vita e della natura, spesso vasti, incommensurabili, potenti e travolgenti, possano essere nello stesso tempo permeati da quella sensazione di imperfezione, dal conflitto fra sensibilità e ragione, fino ad arrivare alla comprensione della loro stessa fragilità. Un momento straziante, ma allo stesso tempo effimero e sublime, che l’occhio di Silvia Camporesi è riuscito a catturare, fissandolo nella memoria collettiva, per sempre».

Per la prima volta nel percorso di Silvia Camporesi, le fotografie sono stampate su tessuto per conferire un aspetto materico all’immagine. Il bianco cangiante del tessuto Dino Zoli Textile, selezionato dall’artista insieme al team tecnico dell’azienda, valorizza al meglio l’aspetto liquido e i cromatismi – verde e marrone – che si ripetono in tutte le immagini. La procedura, messa a punto da operatori specializzati, ha previsto la stampa su carta tramite un plotter che utilizza inchiostri sublimatici, il transfer a caldo su un fondo stampa in 100%PL e l’applicazione su pannelli in materiale riciclato di 4 cm di spessore.

Le dodici immagini, stampate in formato 100×140 cm, sono allestite nella prima sala della Fondazione. Il percorso di visita comprende anche alcune opere provenienti dalla collezione permanente e da precedenti esposizioni.

Con la mostra di Silvia Camporesi, Dino Zoli Group si apre ed accoglie, sottolineando la propria appartenenza ad un territorio ferito ma resiliente, capace di rigenerarsi e produrre nuove opportunità anche attraverso l’arte e la cultura. Un territorio in cui le aziende del Gruppo affondano solide radici, che le hanno sostenute nelle esperienze internazionali.

La Fondazione Dino Zoli è aperta al pubblico da martedì a giovedì con orario 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi; 2 Giugno chiuso. L’esposizione di Silvia Camporesi è visitabile fino al 20 luglio 2024. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 0543 755770, info@fondazionedinozoli.com, www.fondazionedinozoli.com.

Silvia Camporesi (Forlì, Forlì Cesena, 1973), laureata in filosofia, attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la sua ricerca è dedicata prevalentemente al paesaggio italiano. Durante l’alluvione dell’Emilia-Romagna del 2023, si è impegnata in prima persona per raccontare, attraverso il proprio sguardo d’artista, lo scenario inimmaginabile dell’alluvione a Forlì e dare voce alle persone, ai territori feriti e alla grande macchina della solidarietà. Su invito della redazione di Artribune, ha pubblicato un proprio diario fotografico, accompagnato da riflessioni e pensieri. Una sua fotografia è stata scelta come copertina da Internazionale. Le sue opere sono state pubblicate, tra gli altri, da Sette – Corriere della Sera, Il Manifesto, Rai News, Phocus Magazine e In Magazine Romagna. Cesare Biasini Selvaggi la invita nel 2024 a Stato dell’Arte su Cusano Italia Tv per ricordare l’alluvione. Una sua fotografia del Parco urbano “Franco Agosto” viene scelta come copertina del libro Romagna 2023, storie per un’alluvione, a cura di Matteo Cavezzali (Solferino, 2023). Nel 2023-24 espone le sue opere dedicate al salvataggio dei libri danneggiati nella mostra itinerante Sommersi Salvati, a cura di Sauro Turroni, presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Forlì, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e il Castello Estense di Ferrara. Parallelamente all’esposizione personale promossa dalla Fondazione Dino Zoli di Forlì (Fragile Sublime, 2024, a cura di Nadia Stefanel), nella Sala del Monte di Pietà di Forlì prosegue, fino al 16 giugno 2024, la personale Romagna sfigurata, a cura di Sauro Turroni, dedicata alle frane e alle erosioni nel territorio compreso fra i comuni del circondario imolese fino a quelli del territorio cesenate; un progetto sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Strategia Fotografia 2023.

20/05/2024  13:56:08  Nota stampa “Csart”

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