MOSTRA PERSONALE DI FERNANDO GARBELLOTTO
Respirare l’ombra è come toccare un corpo… – Mostra personale di Fernando Garbellotto – dal 6 al 16 febbraio 2025 opening giovedì 6 febbraio h 18.00.
REVE ART Gallery di Bologna è lieta di presentare la mostra personale di Fernando Garbellotto, intitolata “Respirare l’ombra è come toccare un corpo…”, un omaggio alla ricerca artistica e al legame inscindibile tra arte e scienza, che da sempre contraddistingue il lavoro dell’artista.
La mostra che si svolge nell’ambito di ART CITY Bologna 2025 in occasione di ARTEFIERA” ripercorre, in una sintesi cronologica dal 1984 a oggi, le tappe principali della carriera di Garbellotto attraverso oltre quaranta opere suddivise nei cicli più significativi della sua produzione: “Frattali, Frattali d’aria, Frattali di terra” (1989-2000) e “Reti frattali aeree, Reti frattali, Reti frattali rizoma” (2006-oggi).
Un viaggio tra scienza e arte
La ricerca di Garbellotto nasce da una fascinazione per la scienza, indagata nei suoi aspetti epistemologici e tradotta in un linguaggio artistico unico. Come scrisse Andrea Bruciati nella presentazione dell’antologica dell’artista a Palazzo Crepadona di Belluno (2012), testo da cui è mutuato il titolo di questa mostra: “Un’opera d’arte si nutre di sensi e logica e da essi deriva: è un linguaggio basato su ciò che percepiamo e che, secondo la scienza attuale, è molto diverso dalla realtà. La realtà atomica delle cose, di un oggetto, di un dipinto, di una scultura, di un foglio di carta è uno spazio nel quale si aggirano sistemi di particelle che poco hanno in comune con l’apparenza di ciò che vediamo e tocchiamo…”.
Questa riflessione guida l’intera produzione dell’artista, che esplora l’invisibile e lo traduce in materia, geometria e forme pittoriche. Garbellotto è noto infatti soprattutto per aver approfondito e assimilato la scienza teorica facendo sua la figura geometrica dei frattali, scoperta nel 1975 da Benoît Mandelbrot. Su questa ha costruito negli anni un metodo preciso, ineludibile: ripetendo e sommando opere consimili, è riuscito a traslare il proprio bagaglio di nozioni scientifiche al contesto artistico e, nello specifico, alla Pittura. Questo gli ha concesso agli occhi del pubblico una qualifica identitaria con cui si definisce e riconosce il campo d’azione, proprio e unico, del suo stesso peculiare “dipingere”.
Le opere in mostra
I mezzi di espressione artistica con cui Garbellotto si è confrontato negli anni non rientrano esclusivamente nella pittura e lo dimostra facilmente il succedersi dei cicli esposti realizzati utilizzando tecniche molto diverse tra loro.
Se i frattali d’aria – che nascono con l’intento di descrivere, in una dimensione di scala frattale molto piccola, il mondo aereo che ci circonda – sono costituiti da leggerissime forme velate di colori acrilici all’acqua che sovrapponendosi, su fondo a volte scuro a volte chiaro, danno vita a tonalità monocrome differenti, i frattali di terra – dove l’indagine si sposta al mondo solido, terrestre – sono delle sovrapposizioni di intrecci di fili di sabbia realizzate con un composto acrilico e vinilico fatto cadere, con una frustata di pennello, sulla sabbia asciutta precedentemente distesa a velo sulla tela.
Le reti frattali poi, con esiti formali che si diversificano leggermente nel corso degli anni, diventano il tema sul quale si concentrerà l’artista dal 2006 in avanti. Quelle aeree (2006-2009) sono fettucce di tela, precedentemente trattata, dipinta e tagliata, che vengono annodate tra loro. Ognuna è unica nel suo genere perché non hanno forma fissa, sono libere di fluttuare e vengono generalmente presentate come installazioni aeree pendenti dal soffitto dello spazio espositivo. Dal 2009 Garbellotto monta invece le proprie reti su telai, normalmente sovrapponendone tre/sei, ora monocrome ora con variazioni cromatiche.
Arte, scienza e attualità
Il tema della mostra appare di straordinaria attualità. In un’epoca segnata da crisi globali -pandemie, guerre, emergenze ecologiche e diseguaglianze – Garbellotto offre una prospettiva che unisce razionalità e creatività, portando lo spettatore a riflettere sul ruolo della scienza e sulla necessità di recuperare fiducia in un futuro costruito dall’uomo, non affidato al caso o a credenze irrazionali.
Le opere di Garbellotto oscillano tra rigore scientifico ed emotività, tra logica e intuizione. Le sue reti frattali, in particolare, veri e propri sistemi che traggono la loro forza non dai singoli elementi ma dall’interazione tra essi, incarnano un linguaggio universale, capace di superare pregiudizi, di oscurare dubbi e di aprire alla comprensione delle relazioni profonde che legano tra loro tutti gli elementi del mondo vivente.
Questo infatti è il tema sul quale Garbellotto, ormai da decenni, concentra la sua ricerca, la RETE che può ormai essere considerata il simbolo che meglio rappresenta e sintetizza questi nostri ultimi anni. La percezione del mondo vivente come rete di relazioni rende il ragionare in questa prospettiva la caratteristica fondamentale del pensiero sistemico. L’avvento del “pensiero a rete” infatti sta condizionando il modo di intendere e di descrivere la lunga storia della conoscenza scientifica che oggi, con l’avvento della relatività e della fisica quantistica – responsabili del crollo delle colonne portanti di Galileo e di Newton – viene vista come una rete flessibile di relazioni di conoscenza che si produce autonomamente e non più come il tetragono edificio del sapere. Il pensiero a rete, inoltre, sta conquistando una posizione sempre più centrale per la comprensione dell’ecologia profonda, intesa come studio delle indissolubili relazioni che legano tra loro tutti gli abitanti del pianeta, siano essi appartenenti al regno vegetale che a quello animale. “Il mondo – conclude l’artista – non è altro che la rete di queste interazioni”.
Inaugurazione: giovedì 6 febbraio h 18-21
Luogo: REVE ART Gallery, via Dal Luzzo 4 Bologna
Durata della mostra: 6 – 16 febbraio
Informazioni: info@reveartgallery.com
Orari:
giovedì 6 febbraio 11:00 – 21:00
venerdì 7 febbraio 11:00 – 19:00
sabato 8 febbraio 11:00 – 24:00
domenica 9 febbraio 11:00 – 19:00
lunedì 10 febbraio chiuso
martedì 11 febbraio – domenica 16 febbraio 15:00 – 19:00
Apertura straordinaria sabato 8 febbraio fino alle ore 24:00 per ART CITY BOLOGNA WHITE NIGHT
BIOGRAFIA
Fernando Garbellotto (Portogruaro,1955) vive e lavora tra Milano e Portogruaro.
La sua ricerca artistica, iniziata dopo gli studi umanistici e la laurea in Giurisprudenza, si sviluppa nell’ambito veneziano e prende una svolta alla fine degli anni ’80 quando, affascinato dalle teorie di Mandelbrot sulle geometrie frattali, traccia un nuovo campo di ricerca che prosegue tuttora.
Nella prima metà degli anni ‘90 espone in varie gallerie pubbliche e spazi privati nazionali.
Nel 1997 fonda a Milano con altri artisti il movimento “Caos Italiano” col quale espone in molti spazi pubblici italiani ed esteri tra i quali il Museo Statale di Novosibirsk che acquisisce due suoi lavori. Nel 2005 Paolo Cardazzo realizza una sua monografia edita dal Cavallino di Venezia.
Nel 2006 giunge all’elaborazione di ciò che egli stesso definisce il punto di sintesi della sua ricerca: le “Reti Frattali”. Intensa l’attività espositiva: all’Accademia di Belle Arti di Ripetta a Roma, al Museo Civico di Albona in Croazia, allo Spazio Thetis di Venezia, alla Fondazione Calderara di Vacciago.
Nel periodo che intercorre tra le due importanti antologiche di Palazzo Tornielli ad Ameno nel 2009 e di Palazzo Crepadona a Belluno nel 2012, sono da segnalare, nel 2011, la video performance alla Peggy Guggenheim di Venezia, la partecipazione, nel Padiglione Italia, alla Biennale di Venezia, la presenza alla mostra “Tra – Edge of Becoming”, curata da Axel Vervoordt ed infine la partecipazione alla Mostra del Cinema di Venezia con il video “Fractal Net Singing”, la cui colonna sonora viene realizzata da Renato Miani e dalla pop star Elisa.
Nel 2014 realizza a Londra, in collaborazione con la prestigiosa MET School, il video: “Fractal Net Dancing”.
Tra il 2017 ed il 2019 espone a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, alla Galleria TAG di Lugano e, presentato da Giovanni Bianchi, ai Musei Civici di Treviso nella mostra “Lo Spazio come Condizione – Mario Deluigi, Fernando Garbellotto” che lo vede affiancato al grande maestro, suo riferimento teorico e fonte di ispirazione.
Nel 2020 infine espone le sue reti frattali alla Fondazione Cesare Pavese di S. Stefano Belbo e nel 2021 due importanti personali, la prima al Museo Federico II di Jesi curata da Fabrizio Renzi, la seconda al MACA di Acri, curata da Anselmo Villata.
Nella primavera del 2022 presenta una mostra personale a Milano, Palazzo del Senato e quindi al Museo di Liptovsky Mikulas in Slovacchia. Nell’autunno dello stesso anno un’altra personale alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia.
Nell’aprile 2023 la Fondazione Giovani Leoni ETS lo invita ad esporre nella Barchessa di Villa XXV aprile a Mirano e in settembre è alla Fabbrica del Vapore di Milano con la personale FLUO. Sempre a Milano, nel periodo novembre ’23, gennaio ’24 tiene una mostra personale alla Fondazione MudiMa curata da Arianna Baldoni.
Il 2024 si apre con l’importante progetto Shelter Island, realizzato con Luca Pozzi, presentato al Museo M9 e allestito nei due spazi di Venezia e Mestre della Marina Bastianello Gallery. Nell’estate dello stesso anno viene invitato ad esporre una serie di Reti Frattali nella nuova sede di Generali Italia, nei prestigiosi spazi delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia. A fine settembre espone alla Rocca di Umbertide nella mostra Estetica e Geometria. La regolare irregolarità dei frattali, curata da Giorgio Bonomi.
04/02/2025 14:26:59 Nota stampa “eventiecomunicazioni”