ANTHRODAY 2025
Futuri, emergenti negati alternativi – venerdì 21 e sabato 22 febbraio 2025.
Casa degli Artisti partecipa a Anthroday 2025 con quattro appuntamenti che coinvolgono studiosi e gli artisti della residenza AAA Atelier Aperti per Artista.
A lungo l’antropologia è stata impegnata in operazioni di “salvataggio” allo scopo di raccogliere e preservare le testimonianze di culture che sembravano condannate alla sparizione, prestando poca attenzione al futuro. Da tempo però lo sguardo si è spostato sulla contemporaneità, compresa non solo a partire dalle diverse eredità culturali che perdurano nel presente, ma anche dal profilarsi di un futuro fatto di speranze, progetti, tendenze, cambiamenti improvvisi, mondi immaginati e catastrofi annunciate. Di più: non si tratta solo di spiegarsi il presente guardando avanti, ma di costruire insieme un futuro desiderabile, un futuro possibile perché socialmente ed ecologicamente sostenibile.
Le iniziative di Anthroday 2025, il cui focus è incentrato sul tema “Futuri, emergenti negati alternativi”, porteranno l’antropologia nei quartieri della città, nelle scuole, nei luoghi del lavoro e del tempo libero. Anche Casa degli Artisti ha aderito organizzando incontri con studiosi e gli artisti della residenza AAA Atelier Aperti per Artista che dialogheranno, in quattro appuntamenti, di circuiti che hackerano gli stilemi bio-capitalistici riabilitando la creazione di utopie e immaginari di singolarità collettiva.
La dimensione laboratoriale – afferma Ivan Bargna, docente dell’Università di Milano-Bicocca e direttore e coordinatore di Anthroday, – è quella che ci è più congeniale, quindi, da un certo punto di vista, è quella che tiene insieme antropologi e artisti che hanno da sempre, ma soprattutto negli ultimi anni, tanti motivi per incontrarsi e collaborare insieme. Per tanti motivi, perché molto spesso dove gli uni e gli altri lavorano sulla marginalità, lo fanno in una maniera molto concreta e, direi, sensoriale e riflessiva nel contempo, e quindi non è solo uno scambio di esperienze ma uno scambio di pratiche, di modi di fare. Spesso quando si parla di futuro ci si rivolge agli artisti, come se fossero in qualche modo degli indovini o dei profeti e potessero anticipare quello che accadrà. Forse invece quando si tratta degli antropologi, li si cerca quando si tratta di ricostruire un passato che non c’è più a partire dalle sue sopravvivenze.
Gli appuntamenti:
Venerdì 21 febbraio ore 15.00
#M27 TUTTA MIA LA CITTÀ
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Milano tra rigenerazione e speculazione 2023-2024
Con Margherita del Piano, fotografa, e Giacomo Pozzi, antropologo Università IULM di Milano
Un lavoro fotografico ancora in corso sulle varie aree di trasformazione di Milano, i nuovi distretti per il business, i nuovi quartieri e le torri residenziali, il centro direzionale, le case costruite nei cortili e tutti quegli episodi edilizi che, negli ultimi anni, hanno cambiato e spesso anche ferito il volto della città.
Ingresso libero
venerdì 21 febbraio ore 17.00 – 18.00
#M32 Utopie bandite!
“Calcestruzzo. Presente e futuro”
Calcestruzzo
Con Nicola Di Giorgio, artista, Giacomo Pozzi, antropologo Università IULM di Milano, e Riccardo Montanari, antropologo Università Milano Bicocca.
Calcestruzzo sarà al centro di un laboratorio, guidato da Nicola Di Giorgio, Riccardo Montanari, Giacomo Pozzi e Susanna Ravelli, che si svilupperà come una conversazione aperta, in cui fotografia e parola diventeranno il punto di partenza per un dialogo multidisciplinare.
sabato 22 febbraio ore 11.30 – 12.30
#M50 Utopie bandite!
Esercizio di creazione e archiviazione di una nuova memoria storica
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Con Mariangela Bombardieri, artista, e Ivan Bargna, antropologo Università degli Studi di Milano-Bicocca
Ivan Bargna e Mariangela Bombardieri dialogano sulle prospettive dell’AI in relazione alla memoria collettiva in una prospettiva di narrazioni future di più realtà possibile e forse non così facilmente riconducibili a dati verificabili. Il laboratorio prende spunto dal lavoro della Bombardieri.
sabato 22 febbraio ore 18.00 – 19.00
#M32 Utopie bandite!
La Furia del Ermitaño, un teatro sonoro della follia
Con Manuel Contreras Vázquez, compositore e musicista cileno, Nicola Scaldaferri, etnomusicologo Università degli Studi di Milano, e Matteo Bianchi, Casa degli Artisti
Nicola Scaldaferri dialoga in un laboratorio tra arte e musica con Manuel Contrera Vázquez e Matteo Bianchi. Partendo dal lavoro dell’artista legato al rapporto tra musica, sonorità e linguaggi in contesti culturali plurali, il laboratorio esplora le influenze, le esperienze e le modalità di percezione e di creazione culturale in proiezione di futuri possibili.
Laboratori su prenotazione, per partecipare scrivere una mail a susanna.ravelli@itard.eu
19/02/2025 12:54:45 Nota stampa “La Casa degli Artisti”