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FUOCO DI SANT’ANTONIO – CONFERENZA STAMPA

FUOCO DI SANT’ANTONIO, NON FACCIAMO GLI STRUZZI: CHI E’ A RISCHIO SPESSO LO SOTTOVALUTA O NON SA.

NELLA SETTIMANA DELLA PREVENZIONE DAL FUOCO DI SANT’ANTONIO, UNA IMPORTANTE CONFERENZA STAMPA SI E’ SVOLTA QUESTA MATTINA A ROMA NEL PALAZZO DELL’INFORMAZIONE IN PIAZZA MASTAI 9

 Elenco relatori:

  • Enrico Di Rosa, Direttore del servizio “Igiene e Sanità Pubblica” della ASL Roma 1, e Presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI);
  • Andrea Doria, Professore di Reumatologia presso il Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia presso l’azienda Ospedale-Università di Padova e presidente SIR;
  • Tecla Mastronuzzi, Medico di medicina generale di Bari, responsabile nazionale della Macroarea Prevenzione della SIMG;
  • Sandro Pignata, Direttore unità operativa complessa di Oncologia Medica IRCCS Istituto Nazionale Tumori Fondazione G Pascale, Napoli e responsabile scientifico ROC.

  • Secondo un’indagine internazionale, una persona su due in buona salute del nostro Paese ancora non conosce la pericolosità dell’Herpes Zoster (noto come Fuoco di Sant’Antonio) e soprattutto fra i 50 ed i 60 anni ne sottovaluta i rischi
  • Diventa cruciale far sapere che il rischio di sviluppare la malattia, non è solo legato all’età, ma anche alla presenza di altre patologie, che possono aumentare il rischio di sviluppare l’Herpes Zoster e la cui pericolosità aumenta di molto se sommate proprio al Fuoco di Sant’Antonio. Le principali sono i tumori, le malattie immunodepressive, le malattie reumatologiche, il diabete e le patologie croniche cardiovascolari, renali e respiratorie.
  • Oggi la prevenzione vaccinale è alla portata di tutti coloro che sono eleggibili. Il proprio medico di fiducia è la prima fonte di informazione e durante questa settimana dedicata alla conoscenza del Fuoco di Sant’Antonio è possibile ricevere i consigli degli esperti

“Non mi riguarda”. Quando vogliamo tenere lontano un problema, soprattutto se riferito alla salute, spesso utilizziamo questa formula per distaccarcene. Ma attenzione, quando si parla di salute meglio non sottovalutare nulla e soprattutto meglio puntare sulla prevenzione che nasce dalla conoscenza, specie per chi è a rischio. E non bisogna fare l’errore di pensare che l’età sia l’unica variabile che aumenta le probabilità di sviluppare il Fuoco di Sant’Antonio e le sue conseguenze, come la nevralgia post-erpetica, caratterizzata da forti dolori che possono continuare anche per settimane o mesi dopo la scomparsa dei principali sintomi della malattia. O altre conseguenze come ad esempio seri problemi alla salute oculare per l’interessamento del nervo trigemino o altre ancora. Esistono infatti diverse patologie che possono combinarsi sfavorevolmente con l’Herpes Zoster, sia aumentando il rischio che una persona lo possa sviluppare sia per la complessità che la malattia può creare nella gestione del paziente. Basti pensare ai diabetici: in questa popolazione l’Herpes Zoster può peggiorare il controllo glicemico e comportare un aumento del rischio di nevralgia post-erpetica.

Per questo bisogna evitare di nascondere il capo sotto la sabbia e far finta che il problema non ci riguardi. Ecco perché occorre partire dai dati scientifici, sia negativi che positivi. Quelli negativi ce li fornisce l’epidemiologia e ci dicono che circa 1 individuo adulto su 3 è a rischio di sviluppare un episodio di Herpes Zoster nel corso della propria vita; che l’incidenza e la gravità aumentano con l’età, con un progressivo incremento dopo i 50 anni; che si arriva ad 1 individuo su 2 in chi ha più di 85 anni. Quelli positivi evidenziano, invece, con forza che la prevenzione è possibile. Le persone a rischio per età o patologia possono vaccinarsi e la vaccinazione disponibile è sicura, efficace fino all’89% a dieci anni, con dati che mostrano una protezione anche oltre.

In Italia se ne sa ancora poco

In occasione della Settimana della Prevenzione dal Fuoco di Sant’Antonio, in programma dal 24 febbraio al 2 marzo, gli esperti raccomandano alle persone di informarsi. Anche perché stando ad un sondaggio condotto da Ipsos Healthcare, per conto di GSK, su 8.400 cittadini di 9 Paesi (Cina, Brasile, Italia, Giappone, Germania, Irlanda, India, Portogallo, Stati Uniti), tra i 50 ed i 60 anni (1000 gli Italiani considerati) in molti hanno ancora le idee confuse su questa infezione. Sia che si tratti di uomini e donne in buona salute sia che invece presentino patologie concomitanti. Dei soggetti in buona salute in Italia, solo il 52% ha una vaga idea di cosa sia l’Herpes Zoster e come possa rappresentare un rischio o addirittura non ne ha sentito parlare. La maggioranza degli intervistati su scala internazionale in questa decade si sente più giovane di quanto dice l’anagrafe e di conseguenza a minor rischio. Per questo è ancor più importante conoscere il rischio di sviluppare l’Herpes Zoster e puntare sulla prevenzione, nell’ottica sia della salute del singolo sia della sostenibilità del Servizio sanitario, limitando le spese per diagnosi e cura.

«La vaccinazione in età adulta e avanzata – commenta Enrico Di Rosa, direttore del Servizio “Igiene e Sanità Pubblica” della ASL Roma 1, e presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) – rappresenta una strategia di sanità pubblica fondamentale per il singolo e per la comunità, anche alla luce del trend demografico del nostro Paese. Gli over 65 italiani rappresentano il 23% (oltre 4 punti percentuali in più rispetto alla media UE) della popolazione totale, e nel 2050 si prevede che ne costituiranno fino al 35%. Secondo uno studio condotto dagli esperti di Altems Advisory (Università Cattolica del Sacro Cuore) se raggiungessimo gli obiettivi di vaccinazione previsti dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, risparmieremmo 10 miliardi di euro annui di spese sanitarie, mancata produttività e altri costi correlati, che andrebbero ad accrescere il nostro PIL e la possibilità di investimento in altre priorità sanitarie. In quest’ottica la vaccinazione contro l’Herpes zoster è una soluzione per fare fronte in modo equo ai bisogni medici della comunità e della popolazione per continuare ad essere attiva e produttiva».

Chi sono i soggetti a rischio

Le probabilità di sviluppare l’Herpes Zoster aumentano progressivamente con l’avanzare dell’età, anche per il ruolo giocato dal naturale processo di immunosenescenza. Ma non bisogna dimenticare quanto e come la presenza di alcune situazioni molto diffuse (stiamo parlando ad esempio di diabete, malattie reumatologiche o di condizioni che comportano uno stato di immunodepressione come le terapie per patologie onco-ematologiche) possa rappresentare di per sé un fattore di rischio, a prescindere dall’età. Nel nostro Paese le malattie croniche interessano il 40,5% della popolazione italiana (24 milioni), mentre le persone affette da almeno due patologie croniche sono 12,2 milioni. Gli ultra 75enni affetti da una patologia sono l’85%, il 64,3% da due o più patologie. In base ai dati la tendenza è che nel 2028, i malati cronici saliranno a 25 milioni, mentre i multi-cronici saranno 14 milioni (fonte XXII Rapporto sulle politiche della cronicità – Cittadinanzattiva 2024). Eppure dal sondaggio Ipsos, considerando chi appunto soffre di cronicità di questo tipo, emerge addirittura un livello di conoscenza più basso rispetto all’intera popolazione dei sani: siamo al 49% di persone che non conoscono l’Herpes Zoster o hanno solo qualche vaga informazione al riguardo. Insomma, in Italia come negli altri Paesi circa la metà della popolazione ignora che le cronicità come diabete, malattie respiratorie e malattia renale cronica nonché le patologie reumatologiche ed onco-ematologiche possono indebolire il sistema immunitario e quindi aumentare i rischi di sviluppare lo Zoster.

«Il medico di medicina generale è il primo punto di riferimento per i cittadini – dichiara Tecla Mastronuzzi, Medico di Medicina Generale di Bari, responsabile nazionale della Macroarea Prevenzione della SIMG – e sappiamo bene che questo è vero soprattutto per i pazienti anziani e per i pazienti fragili, per malattie e conseguenti terapie o per le precarie condizioni sociali. La riattivazione dello zoster per questi pazienti rappresenta un “incidente” che cambia la vita. L’HZ può modificare sostanzialmente la traiettoria di salute dei nostri pazienti, rendendo necessario il ricovero, con impatto sulla spesa sanitaria e sulla qualità di vita del singolo. Un recente studio – prosegue la dott.ssa Mastronuzzi – indica che dal 2003 al 2018 l’HZ ha rappresentato la causa di 11 ospedalizzazione ogni 100.000 pazienti/anno.. Il tasso di incidenza di ospedalizzazioni per Zoster è 20 volte maggiore negli over 79 e 11 volte maggiore nei soggetti tra i 70 e i 79 anni, rispetto a quelli che hanno meno di 50 anni. Senza dimenticare che lo stesso studio parla di una incidenza di mortalità pari all’1,7% durante il ricovero. Quello che abbiamo capito più recentemente è che le complicanze e le conseguenze dellHZ non terminano con la manifestazione clinica della malattia: conosciamo bene la nevralgia post herpetica e le temibili conseguenze del coinvolgimento oculare ma oggi sappiamo che nel paziente con HZ aumenta in rischio di eventi cardiovascolari e neurologici. A fronte di quanto descritto la vaccinazione rappresenta uno strumento fondamentale per prevenire non solo la riattivazione della malattia, ma anche il decadimento delle condizioni generali di salute che si può associare a questa condizione. Insomma l’HZ è un brutto incidente, imprevedibile ma sicuramente prevenibile».

Prevenzione su misura

Dall’indagine Ipsos emerge che i pazienti con malattie cardiovascolari e respiratorie sono quelli maggiormente informati sul rischio di sviluppare Herpes Zoster, mentre le persone con nefropatie risultano essere le meno informate. Seguono, sempre in termini di consapevolezza del rischio, i pazienti con diabete e gli immunosoppressi. In generale, tuttavia, il “non mi riguarda” è piuttosto diffuso, come se esistesse una discrepanza netta tra il rischio percepito e le reali implicazioni sfavorevoli in cui potrebbero incorrere queste categorie di pazienti.

Nel nostro Paese la situazione è allineata al quadro generale. Nel caso del diabete, ad esempio, il 61% degli intervistati in Italia è consapevole dell’elevato rischio che corre nel contrarre la patologia da Herpes Zoster, ma non ne sa abbastanza o pensa che non lo riguardi. Esistono, invece, precise evidenze cliniche che mostrano come la presenza di diabete aumenti il rischio, sia di sviluppare l’infezione da Herpes Zoster, sia di incorrere in complicanze (come ad esempio la nevralgia post-erpetica). Una ricerca condotta negli USA che ha valutato i risultati di 62 studi clinici mostra come i pazienti diabetici presentano un rischio più alto del 30% di sviluppare l’infezione da Herpes Zoster (Kawai K, et al. Risk Factors for Herpes Zoster: A Systematic Review and Meta-analysis. Mayo Clin Proc. 2017 Dec;92(12):1806-1821. doi: 10.1016/j.mayocp.2017.10.009).

Per quanto riguarda l’immunodeficienza legata a malattie o terapie, in Italia, il 65% degli intervistati con problematiche legate all’immunodepressione è consapevole dell’elevato rischio che corre nel contrarre le manifestazioni dello Zoster. Ma anche in questo caso i soggetti non ne sanno abbastanza o pensano che non li riguardi.

«È importante promuovere la vaccinazione nei pazienti oncologici. – spiega Sandro Pignata, Direttore dell’Oncologia Medica presso l’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale di Napoli e responsabile scientifico della Rete Oncologica Campana (ROC). – Per farlo è però necessario partire dagli operatori sanitari: la cultura vaccinale, la consapevolezza del suo valore, l’informazione corretta è fondalentale proprio per garantire un’adesione consapevole alla vaccinazione, che non solo è parte integrante del trattamento oncologico, ma preserva la qualità della vita dei pazienti. La Regione Campania – continua il Prof. Pignata – ha istituito la Rete Oncologica Campana, coordinata dall’Istituto Pascale, per identificare i centri specializzati nella prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei tumori maligni e le vaccinazioni rientrano a pieno titolo nella presa in carico del paziente. Visto il tema di oggi, le stesse linee guida AIOM raccomandano fortemente la vaccinazione contro l’Herpes Zoster. In chi si trova ad affrontare un tumore solido del sistema nervoso centrale o in generale un cancro gastrico, colorettale, polmonare, mammario, ovarico, prostatico, renale e vescicale, si calcola sia associato un aumento del rischio di infezione da Herpes Zoster tra il 10-50%».

«È importante proteggere i pazienti con malattie reumatologiche. – commenta Andrea Doria, professore di Reumatologia presso il Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia presso l’azienda Ospedale-Università di Padova e presidente SIR Ad esempio in caso di lupus eritematoso sistemico (LES), il rischio di Herpes Zoster aumenta del 150% rispetto alla popolazione di confronto. Per quanto riguarda l’artrite reumatoide, due studi che hanno coinvolto oltre 160.000 pazienti dimostrano che il rischio è quasi doppio rispetto alla popolazione generale. Anche i farmaci necessari per il trattamento delle malattie reumatologiche – cortisone, immunosoppresori, farmaci biologici e JAK inibitori – possono influire sul rischio».

GSK in Italia

GSK è un’azienda farmaceutica internazionale, basata sulla ricerca. Previene e tratta le malattie con vaccini, farmaci specialistici e per la medicina generale. Da oltre 90 anni, contribuisce alla produzione di valore per l’Italia, con un headquarter e un centro di artwork farmaceutici a Verona, centri ricerche per i vaccini e la salute globale (Siena) e due siti produttivi (Parma, Rosia) GSK in Italia. | GSK in Italia

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  1. Schede di approfondimento

L’Herpes zoster

L’Herpes zoster (HZ), più comunemente noto come Fuoco di Sant’Antonio, è la riattivazione del virus varicella Zoster (VZV) che colpisce le strutture nervose. Alla riattivazione, di solito, si associa una dolorosa eruzione cutanea che, nonostante possa manifestarsi in qualsiasi parte del corpo, compare più frequentemente su un solo lato del corpo (soprattutto torace, addome e viso) sotto forma di vescicole che si distribuiscono in grappoli. Il VZV appartiene alla grande famiglia degli Herpes virus, ed è lo stesso che causa la varicella nei bambini. Il virus, infatti, dopo aver causato la varicella, rimane inattivo nel tessuto nervoso per poi risvegliarsi, a distanza di molti anni, sotto forma di Fuoco di Sant’Antonio. Circa 1 individuo adulto su 3 è a rischio di sviluppare un episodio di Herpes zoster nel corso della propria vita. L’incidenza e la gravità aumentano, con l’età con un incremento dopo i 50 anni, arrivando ad 1 individuo su 2 nei soggetti di età ≥ 85 anni. La malattia si associa a un peggioramento della qualità di vita e per periodi che possono essere prolungati assorbendo molte risorse del Sistema Sanitario Nazionale in termine di visite mediche, accertamenti e cure.

L’Herpes zoster è solitamente diagnosticato clinicamente sulla base della comparsa del dolore e della tipica eruzione cutanea su un solo lato del corpo. Sono anche disponibili esami di laboratorio, qualora il medico li ritenga opportuni.

Per la terapia dell’Herpes zoster si possono impiegare farmaci locali e/o generali (sistemici) per ridurre i sintomi e limitare il rischio di complicazioni. I trattamenti includono: antivirali, farmaci specifici che bloccano la replicazione del virus riducendo la durata della malattia, ma che non agiscono sul dolore; antidolorifici e antinfiammatori; gel a base di cloruro d’alluminio, applicato direttamente sulle vescicole ne accelera la guarigione e riduce il prurito/dolore.

Le complicanze della malattia, molto serie e in alcuni casi fatali, possono essere molteplici:

  • nevralgia post-erpetica, la più comune, con un’incidenza che aumenta parallelamente con l’età. Causa un dolore molto forte a livello del nervo coinvolto, che perdura per almeno 90 giorni dopo l’eruzione cutanea; la sua durata è variabile, in alcuni casi può arrivare ad anni o, addirittura, per tutta la vita con impatto negativo e disabilitante sulla qualità della vita del paziente
  • sindrome di Ramsay Hunt, quando l’infezione coinvolge il nervo facciale, vicino all’orecchio causando paralisi facciale e perdita dell’udito
  • infezione degli occhi e perdita della vista, quando l’infezione coinvolge il nervo trigemino con conseguente infiammazione del nervo ottico, glaucoma, ulcere e cicatrici sulla superficie dell’occhio; questa complicanza può portare a perdita della vista
  • infezione batterica delle vescicole
  • cicatrici permanenti
  • infiammazione di polmoni, fegato, meningi, encefalo

 Fonti:

Saguil A, et al . Herpes Zoster and Postherpetic Neuralgia: Prevention and Management. Am. Fam. Physician 96, 656–663 (2017).

Harpaz R, et al; Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP) Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Prevention of herpes zoster: recommendations of the Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP). MMWR Recomm Rep. 2008 Jun 6;57(RR-5):1-30; quiz CE2-4. PMID: 18528318.

Panatto D, et al. Evaluation of the economic burden of Herpes Zoster (HZ) infection. Hum Vaccin Immunother. 2015;11(1):245-62. doi: 10.4161/hv.36160. PMID: 25483704; PMCID: PMC4514227.

Zarkadoulas E, et al. The Economic Burden of Herpes Zoster in Individuals Aged 50 Years or Older and Those With Underlying Conditions in Italy. Open Forum Infect Dis. 2024 Dec 20;12(1):ofae738. doi: 10.1093/ofid/ofae738. PMID: 39877401; PMCID: PMC11773188.

Il vaccino GSK contro l’Herpes zoster

La prevenzione dell’infezione da Herpes zoster può essere ottenuta in maniera efficace e sicura attraverso il vaccino.

La vaccinazione per l’Herpes zoster è prevista nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, dal Calendario per la Vita 2025 e inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). È gratuita e raccomandata nelle persone con 65 anni di età o negli individui a rischio, anche se più giovani.

Il vaccino ricombinante adiuvato per l’Herpes zoster (RZV), è stato sviluppato e formulato da GSK per fornire un’elevata efficacia contro l’Herpes zoster e la nevralgia posterpetica (NPE), per essere ben tollerato nelle popolazioni ad aumentato rischio di sviluppare l’Herpes zoster (HZ), comprese le popolazioni immunocompromesse e per offrire una protezione duratura nel tempo.

Il vaccino ricombinante adiuvato è indicato per la prevenzione dell’HZ e della nevralgia post-erpetica (NPE) in adulti di età pari o superiore a 50 anni o in adulti di età pari o superiore a 18 anni ad aumentato rischio di HZ.

Il vaccino ricombinante adiuvato è un vaccino a subunità non vivo, composto da un antigene e da un sistema adiuvante: la scelta di sviluppare un vaccino adiuvato è l’elemento innovativo di RZV.

Un adiuvante è un componente che stimola la risposta immunitaria innata in modo simile alla naturale risposta agli agenti patogeni. Ciò potenzia la risposta immunitaria a un antigene e/o la modula verso la risposta immunitaria desiderata. Gli adiuvanti sono progettati per fornire risposte immunitarie più precoci, forti e durature a un vaccino. In quanto tali, gli adiuvanti possono permettere di ridurre la quantità di antigene necessaria in un vaccino, consentono di ottenere l’immunità con l’uso di un minor numero di dosi vaccinali, possono migliorare l’efficacia dei vaccini in popolazioni come gli anziani, dove le risposte vaccinali sono tipicamente ridotte, e possono anche aumentare la stabilità e la durata di conservazione di un vaccino.

Durante gli studi clinici di fase III, condotti su oltre 30.000 partecipanti, la schedula a due dosi del vaccino ricombinante adiuvato ha dimostrato un’ ampia protezione contro l’HZ e in tutti i soggetti di età ≥ 50 anni, senza problemi di sicurezza segnalati e con un chiaro profilo di reattogenicità. L’efficacia del vaccino ricombinante adiuvato contro HZ ha ottenuto risultati superiori al 90% in tutte le fasce di età sopra i cinquant’anni: 96,6% nella fascia di età 50-59 anni; 97,4% tra i 60 e i 69 anni; 91,3% tra i 70 e i 79 anni; 91,4 fra gli over 80. Per quanto riguarda invece l’efficacia del vaccino ricombinante adiuvato contro la NPE si registra il 100% nelle fasce di età 50-59 e 60-69 anni; il 93% nel range 70-79 anni e il 71,2% per gli over 80. CInfine, il vaccino ricombinante adiuvato ha dimostrato di ridurre l’incidenza delle complicanze correlate all’HZ diverse dalla NPE (Herpes Zoster oftalmico, vasculite da HZ, malattia disseminata, malattia neurologica, malattia viscerale, ictus e altre) e di ridurre il dolore associato all’HZ e l’uso di antidolorifici

Fonti:

PNPV Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-25 https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1679488094.pdf

Calendario per la Vita: https://sip.it/wp-content/uploads/2024/12/Documento-Calendario-per-la-Vita-2025-Last.pdf

Lal H, et al; ZOE-50 Study Group. Efficacy of an adjuvanted herpes zoster subunit vaccine in older adults. N Engl J Med. 2015 May 28;372(22):2087-96. doi: 10.1056/NEJMoa1501184. Epub 2015 Apr 28. PMID: 25916341.

Cunningham AL, et al; ZOE-70 Study Group. Efficacy of the Herpes Zoster Subunit Vaccine in Adults 70 Years of Age or Older. N Engl J Med. 2016 Sep 15;375(11):1019-32. doi: 10.1056/NEJMoa1603800. PMID: 27626517.

Dagnew AF, et al.  Efficacy and serious adverse events profile of the adjuvanted recombinant zoster vaccine in adults with pre-existing potential immune-mediated diseases: a pooled post hoc analysis on two parallel randomized trials, Rheumatology, Volume 60, Issue 3, March 2021, Pages 1226–1233, https://doi.org/10.1093/rheumatology/keaa424

Shingrix, Riassunto delle caratteristiche del prodotto

Dati a lungo termine del vaccino di GSK contro l’Herpes zoster

Dall’analisi ad interim dello studio zoster 049 (dati pubblicati ad ottobre 2022 nell’Open Forum Infectious Diseases), è risultato che RZV può fornire almeno 10 anni di protezione contro lo Zoster negli adulti di età pari o superiore a 50 anni. Più precisamente:

  • L’efficacia del vaccino è pari all’81,6 % nei >4 anni di follow-up dello studio (FU medio: da 5,6 (±0,3) a 9,6 (±0,3) anni dopo la vaccinazione).
  • L’efficacia del vaccino è pari all’89,0% nei 10 anni dalla vaccinazione (da 1 mese dopo la seconda dose di ZOE 50/70 fino a 10 anni dalla vaccinazione; FU medio: 9,6 (±0,3) anni dopo la vaccinazione).
  • Il profilo di sicurezza osservato in questo studio di estensione è coerente con il profilo di sicurezza stabilito del vaccino. Non sono stati identificati nuovi problemi legati alla sicurezza

Durante il congresso scientifico ECCMID, che si è svolto a Barcellona ad aprile 2024, è stato presentato un abstract dello studio Zoster 049, con i relativi dati completi di efficacia cumulativa a distanza di 11 anni dalla vaccinazione, che si attesta all’ 87,7%.

Fonti:

Strezova et al. Open Forum in Infectious Diseases Volume 9, Issue 10, October 2022, ofac485, 10.1093/ofid/ofac485;  

Strezova A, et al. ECCMID 2024; Barcelona, Spain. Abstract number: 09154

Anziano e vaccinazione per Herpes Zoster

L’anziano va incontro a immunosenescenza (fisiologico declino delle funzionalità del sistema immunitario), oltre ad essere più a rischio di immunocompromissione per presenza di patologie o terapie in atto.  Un individuo su tre svilupperà l’infezione nel corso della vita, incidenza e gravità aumentano dopo i 50 anni, arrivando ad 1 individuo su 2 nei soggetti di età ≥ 85 anni. Uno studio sulle ospedalizzazioni da HZ in Italia indica che dal 2003 al 2018 l’HZ ha rappresentato un’importante causa di morbilità per le ospedalizzazioni in circa 11 per 10000 soggetti/anno. Il tasso di incidenza di ospedalizzazioni per Zoster è 20 volte maggiore nei soggetti over 79 anni e 11 volte maggiore nei soggetti di età 70-79 rispetto a quelli per età inferiore ai 50 anni. Sulla base delle evidenze scientifiche derivate dagli studi condotti con i vaccini attualmente disponibili e in accordo con le raccomandazioni nazionali ed internazionali, la SIGG raccomanda la vaccinazione anti-HZ nella pratica clinica come opportunità di prevenzione a livello individuale e segnala l’uso preferenziale del vaccino RZV come unico strumento per la prevenzione dell’infezione e delle sue complicanze considerando la sua elevata efficacia e persistenza nel tempo nella popolazione anziana, compresi anziani di età molto avanzata e con comorbilità multiple.

Fonte:

Position Paper SIGG (Società Italiana Geriatria e Gerontologia)

https://www.sigg.it/wp-content/uploads/2022/05/Position-Paper-SIGG_Vaccinazione-anti-HZ_DEF.pdf

Diabete e Herpes Zoster, perché è indicata la vaccinazione

Oltre ad essere consigliata agli over-65 la vaccinazione è raccomandata, e offerta in maniera gratuita, anche ai soggetti con patologie croniche, tra cui il diabete mellito. Esistono infatti precise evidenze cliniche che mostrano come la presenza di diabete aumenti il rischio sia di sviluppare l’infezione da Herpes Zoster sia di trovarsi ad affrontare la nevralgia post-erpetica, ovvero la sua temibile complicanza. Una ricerca condotta negli USA che ha permesso di valutare i risultati di 62 studi clinici mostra in questo senso come chi affronta il diabete (in particolare di tipo 2), presenta un rischio più alto del 30% di sviluppare l’infezione da Herpes Zoster. Le stime, infine, dicono che ogni anno, negli USA, ben il 13% di tutti i casi di infezione si verifichi nei soggetti con diabete, la cui presenza è stato documentato essere associata ad una maggiore severità clinica dell’infezione stessa. Non va poi dimenticato che nel soggetto con diabete oltre ad essere aumentato il rischio di insorgenza di nevralgia post-erpetica, vi è anche una maggiore severità e persistenza di tale sindrome algica rispetto agli individui con normale metabolismo glucidico, con importante impatto sulla qualità di vita del paziente.

Fonte:

Consensus SID-AMD, vaccinazioni raccomandate nel paziente diabetico adulto,

Grade 1 RZV 2 dosi ≥50 anni anche se già vaccinati, Diabetes Care 2024;47 (suppl.1):S52-S76

https://doi.org/10.2337/dc24_S004

L’importanza della vaccinazione per i pazienti onco-ematologici

Le condizioni di immunodepressione per patologia o per trattamenti in corso amplificano il rischio di sviluppare l’infezione da virus Varicella-Zoster. Le statistiche dicono che l’incidenza di Herpes Zoster in pazienti affetti da neoplasie ematologiche è di 31/1000 soggetti-anno. Inoltre si tratta di una delle principali complicanze infettive in pazienti con mieloma multiplo, con un rischio aumentato di 14,8 volte. Le incidenze di HZ sono fino al 25% nei pazienti con mieloma multiplo, linfoma di Hodgkin e leucemia linfatica cronica (LCC) Nei soggetti con neoplasie ematologiche che ricevono trattamenti oncologici immunosoppressivi, l’incidenza dell’herpes zoster è fino a 10 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Per queste ed altre osservazioni L’European Myeloma Network raccomanda la vaccinazione anti Herpes Zoster nei pazienti con mieloma multiplo e nei pazienti che hanno subito trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe o allogeniche. Le recentissime linee guida AIOM raccomandano fortemente la vaccinazione contro Herpes Zoster per i pazienti in chemioterapia, mentre forniscono una raccomandazione condizionata per pazienti in immunoterapia.

In termini generali la probabilità maggiore di sviluppare Zoster fra i tumori solidi si osserva in quelli del sistema nervoso centrale. Il cancro orale, esofageo, dello stomaco, colorettale, del polmone, del seno, delle ovaie, della prostata, del rene e della vescica sono associati ad un aumento della probabilità di sviluppare l’infezione fra il 10-50%.

Fonti:

Laurel A. et al The Epidemiology of Herpes Zoster in Patients with Newly Diagnosed Cancer. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 1 January 2013; 22 (1): 82–90

Bo Y, et al. Death Caused by Disseminated Herpes Zoster in a Patient with Multiple Myeloma: A Case Report and Literature Review. Clin Cosmet Investig Dermatol. 2024;17:941-951
Ludwig H, et al Recommendations for vaccination in multiple myeloma: a consensus of the European Myeloma Network. Leukemia. 2021 Jan;35(1):31-44.

Dagnew AF; Zoster-039 study group. Immunogenicity and safety of the adjuvanted recombinant zoster vaccine in adults with haematological malignancies: a phase 3, randomised, clinical trial and post-hoc efficacy analysis. Lancet Infect Dis. 2019 Sep;19(9):988-1000

Raccomandazioni SIMIT:  Andreoni et al. Recommendations of the Italian society for infectious and tropical diseases (SIMIT) for adult vaccinations HUMAN VACCINES & IMMUNOTHERAPEUTICS 2021, VOL. 17, NO. 11, 4265–4282

https://doi.org/10.1080/21645515.2021.1971473

Linee guida AIOM 2024 https://www.iss.it/documents/20126/8403839/LG_C0032_AIOM_Vaccinazione.pdf/de5427cd-6db1-9c74-0707-46ef514b1b1d?t=1738056793214

Hansson E, et al. Herpes zoster risk after 21 specific cancers: population-based case-control study. Br J Cancer. 2017 Jun 6;116(12):1643-1651. doi: 10.1038/bjc.2017.124. Epub 2017 May 2. PMID: 28463961; PMCID: PMC5518853.

La vaccinazione per i pazienti con malattie reumatologiche

Le malattie reumatologiche affliggono una vasta porzione della popolazione adulta. È importante proteggere i pazienti con malattie reumatologiche e quelli in terapia immunosoppressiva poichè hanno un aumentato rischio di Herpes Zoster rispetto alla popolazione generale. Uno studio statunitense ha infatti mostrato come i pazienti con malattie reumatologiche (quali ad esempio artrite reumatoide, malattia infiammatoria intestinale, sclerosi multipla e psoriasi) avessero un’incidenza da due a tre volte maggiore rispetto a quella della popolazione sana. Inoltre, i farmaci per le malattie reumatologiche possono aumentare ulteriormente il rischio e la gravità dell’herpes zoster.La vaccinazione emerge, quindi, come strumento cruciale per ridurre i rischi. A tal proposito la Società Italiana di Reumatologia ha emanato una serie di raccomandazioni aggiornate per la pratica clinica sulle vaccinazioni in pazienti con malattie reumatologiche fornendo indicazioni precise e basate sull’evidenza su come proteggere con le vaccinazioni i pazienti reumatologici.

Secondo le LG SIR, la vaccinazione anti-herpes zoster è fortemente raccomandata anche in corso di terapia farmacologica. Inoltre,  il Calendario vaccinale inserito nel PNPV 2023-2025 vigente per i soggetti con immunodeficienza o destinati a terapia immunosoppressiva raccomanda l’uso del vaccino Zoster ricombinante adiuvato (schedula a due dosi).

Fonti:

Chen SY, et al Infection 2014; 42(2):325-334, Redeker I, et al. Ann Rheum Dis. 2022; 81(1):41-47; 3],

Linee guida SIR- Società Italiana Reumatologia

https://www.iss.it/documents/20126/9466951/LG_C0019_SIR_Vaccinazioni_pz_con_malattie_reumatologiche.pdf/04f3811b-8eb7-4065-d49b-6ac5f140b4ae?t=1718188415479

PNPV Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-25 https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1679488094.pdf

La vaccinazione per Herpes Zoster nei pazienti con patologie respiratorie croniche

I pazienti con BPCO hanno complessivamente un rischio aumentato del 41% di sviluppare Herpes Zoster rispetto alla popolazione generale. Inoltre, il rischio raddoppia nei pazienti che assumono steroidi inalatori e triplica nei pazienti che assumono steroidi orali rispetto agli individui sani. Tra le varie comorbidità, la BPCO è associata ad un rischio aumentato del 53% di nevralgia post erpetica. Per quanto riguarda l’asma, chi ne soffre ha un rischio aumentato del 24% di sviluppare Herpes Zoster e la patologia è associata ad un rischio aumentato del 20% di nevralgia post erpetica. Per questo il report GOLD dal 2023 indica la vaccinazione anti-HZ per i pazienti con BPCO di età ≥50 anni e le raccomandazioni SIMIT (2021) per la vaccinazione dell’adulto raccomandano la vaccinazione con RZV nei pazienti con BPCO e/o Asma.

Fonti:

Report GOLD 2023 (Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease 2023 Report: GOLD Executive Summary) https://publications.ersnet.org/content/erj/61/4/2300239.full.pdf

Raccomandazioni SIMIT: Andreoni et al. Recommendations of the Italian society for infectious and tropical diseases (SIMIT) for adult vaccinations HUMAN VACCINES & IMMUNOTHERAPEUTICS 2021, VOL. 17, NO. 11, 42654282

https://doi.org/10.1080/21645515.2021.1971473

Herpes Zoster e rischio Cardiovascolare

Per quanto riguarda le patologie cardiovascolari, è stato dimostrato che vi è una correlazione tra Herpes Zoster ed episodi di ictus e infarto. Recenti dati hanno infatti mostrato che vi è un aumentato rischio di ictus a breve termine (entro un mese da un episodio di Herpes Zoster) e che ricevere la vaccinazione può mitigare questo rischio. Inoltre, l’Herpes Zoster è risultato associato ad un maggior rischio a lungo termine di un evento cardiovascolare maggiore, per cui questi studi evidenziano ulteriormente l’importanza della vaccinazione.

 Fonti:

Herpes Zoster and Long-Term Risk of Cardiovascular Disease – PubMed

Increased Stroke Risk Following Herpes Zoster Infection and Protection With Zoster Vaccine – PubMed

Nota: Abstract inseriti su segnalazione della Dott.ssa Tecla Mastronuzzi, Medico di medicina generale di Bari, responsabile nazionale della Macroarea Prevenzione della SIMG


25/02/2025  16:11:27  Nota stampa “adnkronos”

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