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MERCANTEINFIERA A PARMA DAL 12 AL 20 MARZO

DESIGN STORICO E MODERNARIATO, ARREDI DI UN ALTRO TEMPO, CHE HANNO ATTRAVERSATO I DECENNI PASSANDO DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE E PRONTI PER UN’ALTRA VITA

E’ la durabilità, l’altra faccia della sostenibilità. Sono questi “arredi felici” che non invecchiano per la bellezza del progetto ideativo e per la qualità dei materiali, i protagonisti – accanto ad Arte e Antiquariato – di Mercanteinfiera, il salone di Fiere di Parma in programma dal 12 al 20 marzo.

Mercanteinfiera a Parma

Quarantamila mq di superficie espositiva, quattro padiglioni e 1000 espositori che sono in realtà mille microcosmi di arredi sentimentali capaci di mixare archeologia, antiquariato (sono ben quattro i secoli di storia dell’arte rappresentati) e design storico (Franco Albini, Gaetano Pesce, Sottsass, Caccia Dominioni, Gio Ponti, Colombo, Fornasetti, Arne Jacobsen, Riccardo Giovannetti solo per citarne alcuni).
C’è poi il collezionismo vintage firmato Chanel, LV, Hermès, Versace, Gucci o Manolo Blahnik, marchi intramontabili che hanno nobilitato l’effimero e loro, le bizzarrie. Come il portagioielli che il Presidente della Paramount Adolf Zukor fece trovare come omaggio nel suo dressing room a Marlene Dietrich; la ciotola in argento sbalzato regalata da Edoardo Alberto Principe del Galles al suo dentista di Sandringham o una natura morta firmata da Luciano Lutring, pittore e criminale. Noto negli anni ‘60 come il “solista del mitra” per la sua abitudine a nascondere nella custodia di un vìolino le sue armi, affiancó alla carriera di fuorilegge quella di artista.

Esposizioni a Mercanteinfiera a Parma

La grande nostalgia di milioni di migranti italiani ( oltre 14 milioni) che ai primi del 900 si imbarcavano per l’America con le grandi compagnie di Navigazioni sono i protagonisti della collaterale “Partivano i bastimenti. Home sweet home America”.
La mostra, curata da Massimo Cutò, giornalista e collezionista prevede tre sezioni: il fenomeno emigrazione, le navi e la traversata. Si va dai poster delle eleganti navi fumiganti alle réclame dei prodotti italiani già simbolo di un pionieristico “Made in Italy”; dalle suggestive foto di famiglia incorniciate tra le due bandiere a suggello dell’integrazione nel Nuovo Mondo, ai manuali per diventare “bravi cittadini stranieri” e le temutissime schede sanitarie di Ellis Island che decretavano l’inizio o la fine del sogno.
Olivetti #StoriadiInnovazione” è invece il titolo della mostra realizzata in collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea. Un percorso distinto in tre tappe – macchine da scrivere, macchine da calcolo, pc stampanti e registratori di cassa – che vuole essere una riflessione sul concetto di design secondo Adriano Olivetti: non soltanto una cipria da mettere sopra il prodotto per vendere di più, quanto metafora di responsabilità verso l’ambiente, la gente, verso il destino del prodotto e della società.
Tra i modelli in esposizione, la Lettera 22, “Leggera come una sillaba, completa come una frase” come recitava una delle pubblicità del tempo. Disegnata per Olivetti dall’architetto Marcello Nizzoli conquistò presto grandi giornalisti e scrittori da Indro Montanelli a Oriana Fallaci, da Enzo Biagi a Gianni Mura fino ad Ernest Hemingway.
In esposizione si potranno trovare 5 macchine nei colori originali utilizzati negli anni ’50 ovvero marrone, rosa, verde, azzurra. La quinta macchina, invece è di recente produzione: nel 2020, per celebrare i 70 anni dalla nascita della Lettera 22, l’Associazione Archivio Storico Olivetti, in collaborazione con Rinascente e ‘Olivetti X Tutti’, produce 70 Olivetti Lettera 22 con carrozzeria ridipinta tricolore.

Info
Mercanteinfiera a Parma
Orari dalle 10 alle 19
Prezzo 12 euro (intero)
mercanteinfiera.com


07/03/2022  17:58:13
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