CORIGLIANO ROSSANO: UNA META PIENA DI SORPRESE
Per chi ha voglia di sole, mare, storia, architettura medievale, frescura, sapori delicati e/o corposi, c’è una località in Calabria da prendere in considerazione: Corigliano Rossano
Esso è il terzo comune più popolato e il più esteso territorialmente della regione; si trova sul lato ionico della Calabria e dista circa 70 km da Cosenza, 165 km da Catanzaro e 250 km da Reggio Calabria.
Una giornata ideale per poterla visitare tenendo presente la stagione in cui ci si trova, ha delle tappe assolutamente da raccomandare. Facciamo allora un tour ideale di questa perla dello Jonio.
La prima tappa è un palazzo nobiliare del XIX secolo: Palazzo Cherubini.
Il Palazzo Cherubini sorge nella dimora edificata nel 1836, dalla famiglia omonima, con i dettami antisismici borbonici, essendo stata costruita dopo il terremoto a Rossano dell’11 dicembre 1824 che distrusse gran parte degli immobili del comune. All’interno si ritrovano dipinti con immagini di figure allegoriche e mitologiche, e negli angoli del soffitto del boudoir sono posti gli stemmi dei duchi Toscano Mandatoriccio, dei baroni Labonia, dei nobili Cherubini e una “bilancia della giustizia”. Il Palazzo è diventato B&B nel giugno del 2022.
Il complesso monumentale fa parte dell’Associazione Dimore Storiche Italiane e rappresenta per le generazioni future una memoria storica da difendere, custodire e mostrare fieramente sia ai posteri che a coloro che come turisti visitano la città di Corigliano Rossano.
La struttura alberghiera è composta di quattro camere delle quali due sono suite, dispone di due piscine, una sala per colazioni, pranzi e cene e una zona Spa. Ma quello che fa la differenza con altri complessi simili è la cortesia, l’ospitalità, l’eleganza e l’atmosfera familiare che riescono a trasmettere Nicola e Gina Cherubini, i padroni di casa.
Partendo da Rossano e risalendo verso la Sila, accarezzando curve e parapetti, rocce e guardrail di pietra, un suggestivo susseguirsi dal mare alla montagna di vegetazione fitta: cactus pieni di fichi d’India, felci, pini, carpini bianchi e neri, ginepri, alberi con foglie che vanno dal verde, al rosso al giallo autunnale.
Alla fine di questo percorso eccoci arrivati all’Abbazia di Santa Maria del Patire. La badia è un monastero fondato nel 1095 da San Bartolomeo da Simeri con l’appoggio dei Normanni, che ha come prima facciata d’impatto, tre absidi con lesene policrome, dietro le quali c’è l’entrata della chiesa. All’interno di essa sul pavimento si notano quattro mosaici del XII secolo raffiguranti un Centauro, un Cavallo, un Grifone e un felino non identificato. Sulla porta posta a mezzogiorno altre quattro musive: un cervo, un Centauro con arco, un Felino e un Quadrupede. La chiesa è una basilica a tre navate con in fondo l’altare dal quale spicca un crocifisso sistemato al centro di una nicchia.
Sempre facente parte dell’Abbazia vi è una torre campanaria di pianta quadrata in pietra, dov’erano le celle dei monaci. Lungo il camminamento si arriva al Refettorio, dove i monaci mangiavano, che si affaccia sul piazzale panoramico dal quale è possibile vedere dall’alto l’area urbanistica di Corigliano compreso il castello, e il mare con le spiagge di Schiavonea. All’interno del refettorio ci sono degli affreschi risalenti al XII secolo che andrebbero certamente restaurati per dar loro il lustro che meriterebbero.
Tappa si direbbe obbligata, visto che è l’unico museo al mondo dedicato alla liquirizia, è il Museo Amarelli. L’azienda nacque nel 1731 e da allora è diventata leader nel settore agricolo specificamente nella coltivazione, lavorazione e nel concio di questa pianta le cui radici sono state, e sono, ingrediente essenziale in prodotti farmaceutici, nell’industria dolciaria, nella concia dei tabacchi. Con una visita guidata si possono osservare nelle vetrine: i profili storici dei vari componenti della famiglia Amarelli; la pianta originale dalle cui radici viene estratta la liquirizia; gli abiti degli operai e dei contadini che un tempo lavoravano le radici; la conca ossia il pentolone dove veniva cotta e mescolata la “glicirrizina”, che rappresenta il principio attivo della liquirizia, per ore se non per giorni; i calchi dai quali poi fuoriuscivano le varie forme delle caramelle aromatiche. Ascoltare la guida e perdersi nel guardare esposti i vari tipi di astucci metallici colorati nella riproduzione fedele di un bancone antico dove si vendeva la liquirizia è qualcosa di surreale, come pure vedere la solidità di un panetto di uso farmaceutico e ritornare bambini nell’ammirare i contenitori in vetro trasparente quando i dolciumi venivano acquistati sfusi. Il decreto di Re Ferdinando di Borbone del 1842 e i documenti commerciali risalenti a due secoli fa, fanno da chiusura alla prima parte della visita. In una stanza adiacente ecco come si lavorava la liquirizia con l’avvento dei macchinari ad energia elettrica.
L’ultima stanza del museo è dedicata ai riconoscimenti nazionali e internazionali che ha conquistato nel tempo la famiglia Amarelli, come “Eccellenza italiana”, col francobollo dedicato a “Giorgio Amarelli”, i due pneumatici Pirelli costituiti da liquirizia e gomma arabica e tutti i gadget di aziende illustri italiane con il logo “Amarelli”.
In serata nulla di meglio di una passeggiata sul lungomare di Schiavonea, la frazione marina del comune di Corigliano Rossano, con una sosta ai tavolini della Gelateria Lavì dove si può gustare un ottimo gelato artigianale.
Quindi quanto prima fate diventare Corigliano Rossano una delle vostre mete dei prossimi viaggi.
- PALAZZO CHERUBINI B&B Via I Emanuele 11 – Rossano
- MUSEO AMARELLI SS. 106 Contrada Amarelli – Rossano
- ABBAZIA DI SANTA MARIA DEL PATIRE Località Patire – Corigliano
- LAVI’ OFFICINA DEL GELATO Via Bari 63 – Schiavonea
13/09/2023 12:53:04 Gerardo Moretta