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LA MAINARDA RISCOPRE LA BASEGANA

L’azienda vitivinicola polesana “La Mainarda” riscopre la Basegana.

Basegana

La Basegana, ormai quasi del tutto scomparsa, era un’uva da tavola a buccia rossa (ma la si ricorda anche bianca), che sino agli anni ’60 del secolo scorso, si coltivava in tutte le corti di Bellombra e Panarella nel Basso Polesine. Cresceva con ottimi risultati ai margini degli antichi paleo-alvei sabbiosi, lungo i quali si è sviluppato l’insediamento rurale di questi paesi. Gli  acini avevano un solo vinacciolo; talvolta ne erano del tutto sprovvisti ma potevano comparire anche con due. L’assenza era considera una  rarità che la rendeva ancor più pregiata.
Ne esisteva un florido commercio, come  uva da bilancia, gradazione, perfette per tagliare vini più consistenti. Molto spesso finiva sulle tavole dei grossi proprietari  sempre e comunque vantata per la sua bontà. I grappoli restanti erano pigiati ed il vino tagliato col clinto perché avesse maggior corpo. Esisteva anche la variante del Baseganin un vino dal ridottissimo contenuto alcolico che veniva offerto durante la mietitura ai lavoratori quale ristoro.
Gli ultimi esemplari della vite sopravvivono nel Fondo Fornazzo di Vittorio Andreoli e da lì sono state ricavate le barbatelle che, su spinta di Slow Food, sono state messe a dimora all’azienda agricola  “La Mainarda”  di Emanuele Rigon nel 2007 ed entrate in produzione nel 2010.

All’esame visivo si presenta  limpido di colore carminio e consistente. All’esame olfattivo è moderatamente intenso con note fruttate che richiamano la fragola matura e il melograno e note floreali di violetta e iris al naso e moderatamente complesso. All’esame gustativo è secco, caldo, morbido, moderatamente fresco, tannico, poco sapido, intenso,  poco equilibrato e moderatamente persistente. Nella qualità gusto olfattiva, per i parametri Ais, Non è facile descrivere questo vino all’entrata. In bocca si nota subito una”correzione” voluta dal produttore probabilmente per mascherare una  acidità spiccata che renderebbe il vino non piacevole. Si accompagna ad antipasti, salati, e a carni crude. Lo stesso Rigon da parecchi anni ricerca i vitigni autoctoni del Polesine   e ne sperimenta con cura la loro coltivazione ottenendone buoni vini.  L’ azienda di Rigon si estende per be tredici ettari ed è la piu’ grande azienda vitivinicola esistente in provincia di Rovigo. Rigon aveva già ottenuto un ottimo risultato dopo un’accurata ricerca  che aveva prodotto come risultato un vino autoctono  ovvero il Turchetta. Si tratta di un vitigno tipico della zona. Abbandonato in passato e riscoperto proprio negli ultimi anni dall’ azienda La Mainarda.Si tratta di un vino rosso corposo la cui produzione è limitata ad un numero ridotto di bottiglie.

Info
Azienda Vitivinicola “La Mainarda” di Emanuele Rigon
via Marcanta 36
Bellolbra (Ro)
Tel 042643420 oppure 3397332667
rigonemanuele@libero.it

Pagina fb


04/05/2024  11:31:53 Maurizio Barbieri

Natoconlavaligia Redazione

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