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Non solo food: la via emilia del vino al Vinitaly - Il pignoletto tra i vini in maggior crescita secondo i dati IRI 2016.
Se l’eccellenza gastronomica del cuore della regione emiliano-romagnola ha conquistato negli ultimi anni il cuore dei foodie di tutto il mondo, anche la qualità della sua tradizione enologica si sta definitivamente affermando, sia in Italia che all’estero.
Il Consorzio Pignoletto Emilia Romagna, ente di tutela del Pignoletto DOC, e il Consorzio Vini Colli Bolognesi, che promuove la Colli Bolognesi Pignoletto DOCG, al vertice della piramide qualitativa, erano presenti alla 51ma edizione del Vinitaly, a Verona dal 9 al 12 aprile (Padiglione 1, Stand B10-C10), forti di nuove conferme: i dati IRI sulla vendita nella grande distribuzione durante il 2016, che saranno presentati ufficialmente durante la Fiera veronese, confermano infatti un ulteriore balzo in avanti per il Pignoletto, ponendolo tra i vini in maggior crescita, con ottime progressioni di vendita a volume. Un vino, dunque, che si è ormai definitivamente affrancato dal suo status di Cenerentola delle bollicine: stando ai dati IRI la vendita di Pignoletto DOC e DOCG sugli scaffali dei supermercati è infatti aumentata del 14%, per un volume totale di circa 33mila ettolitri ed un valore della produzione stimato in circa 13 milioni di euro.
Nelle campagne tra Modena e Faenza, area di produzione del Pignoletto DOC, nel corso del 2016 i quintali prodotti sono stati 155mila, con un aumento della superficie coltivata a Pignoletto di circa 200 ettari, segno inequivocabile dello stato di salute che il vitigno sta conoscendo negli ultimi anni, e dell’impegno costante dei produttori che stanno decisamente puntando sulla qualità.
Un trend in crescita del mercato interno che viene affiancato dal recente exploit nel Regno Unito, con i maggiori supermercati londinesi presi d’assalto per una frenetica caccia all’ultima bottiglia di Pignoletto, attesa dei dati export saranno resi noti a maggio.
Un risultato che fotografa i gusti degli italiani che si orientano sempre più sui bianchi frizzanti e prestano grande attenzione alla qualità, orientando i propri acquisti verso i vini a denominazione d’origine.
Un risultato ancor più positivo se confrontato con la generale contrazione dei consumi familiari, e che conforta i produttori di Pignoletto DOC e della Colli Bolognesi Pignoletto DOCG. Un grande banco espositivo e di assaggio dedicato al Pignoletto in tutte le sue declinazioni – dallo Spumante al Frizzante al fermo al meno noto Passito –per il Consorzio Pignoletto Emilia Romagna, uno dei più giovani (costituitosi nel 2013) e dei più grandi d’Italia con i suoi 26 soci in rappresentanza di circa 8mila produttori, sarà un grande banco d’assaggio con i prodotti di 20 aziende consorziate.
A fare da portabandiera per il Consorzio Vini Colli Bolognesi -realtà che riunisce circa 50 cantine del territorio che si estende da Savignano nel modenese fino a Pianoro sulle colline bolognesi- saranno le cantine Cinti Floriano, Gaggioli, Il Monticino, Manaresi, Nugareto, Tenuta Santa Croce e Tizzano: non solo Colli Bolognesi Pignoletto DOCG, ma tutti i vitigni espressione del territorio, dal Merlot alla Barbera fino alle DOC Bianco e Rosso Bologna.
Una nicchia di mercato che si sta affacciando all’estero: dopo la partecipazione all’ultimo ProWein di Düsseldorf il Consorzio Vini Colli Bolognesi si prepara infatti per il 2017 e il 2018 ad un tour europeo di promozione dell’eccellenza enoica dei Colli Bolognesi, in seguito all’assegnazione del bando regionale per lo sviluppo di attività di promozione e informazione, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Europeo 2014-2020.
“Il trend di crescita conferma ancora una volta il valore del prodotto” dice Giacomo Savorini, Direttore dei due Consorzi “e l’indispensabile sinergia tra le cantine dei Colli Bolognesi e i grandi produttori del Consorzio Pignoletto.
Sono dati che ci confortano e che ci spingono a lavorare sulla strada intrapresa.
I prossimi appuntamenti internazionali come la London Wine Fair, dal 22 al 24 maggio, ci daranno la possibilità di verificare l’interesse da parte dei buyer e degli importatori stranieri, ai quali stiamo prestando molta attenzione”.