Frutti dimenticati a Casola Valsenio - Nei weekend 12-13 e 19-20 ottobre 2019 a Casola Valsenio (RA).
Nel paese collinare di Casola Valsenio (RA), che si fregia del titolo di "Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati", le antiche tradizioni contadine locali di coltivazione delle piante si esprimono anche nella salvaguardia di alberi da frutto di varietà ormai abbandonate o uscite di produzione. A questi frutti dimenticati Casola Valsenio dedica un doppio originale appuntamento autunnale: la Festa dei Frutti Dimenticati, arrivata addirittura alla 29esima edizione! Appuntamento nei weekend 12-13 e 19-20 ottobre.
Di Giovanni Tavassi
Molti frutti che nei secoli sono sopravvissuti ed hanno accompagnato l'alimentazione dell'umanità, oggi sono dimenticati, piante di antica tradizione vengono abbandonate per favorire le colture più produttive che meglio si adattano alle logiche dei nuovi mercati e della trasformazione industriale.
Sono varie centinaia di specie che sono abbandonate perchè non commerciabili, ma vengono fortunatamente messe in vetrina durante alcune manifestazioni che riscoprono la cultura e le tradizioni di un territorio.
Secondo un dato ISPRA del 2010, negli anni '90 le varietà di pere erano 30, oggi sul mercato se ne trovano 6. Le mele che mangiamo appartengono a solo tre varietà, seppur ne esistono altre 967 varietà.
Anche la ricerca scientifica e la cultura gastronomica, di pari passo dicono che bisogna sostenere il recupero di questi frutti, di queste coltivazioni.
Secondo una ricerca della FAO, nel corso del secolo scorso il 75% della biodiversità agricolaè stato abbandonato e si stima che entro la metà di questo secolo il cambiamento climatico, che sta facendo già tanti danni, potrebbe portare all’estinzione di alcune coltivazioni molto diffuse oggi come le patate, i fagioli e le arachidi. Piante più soggette alla scomparsa potrebbero essere il pesco, il mandorlo e il ciliegio.
Gli stili di vita sono cambiati a seguito degli usi e consumi derivanti dalla grande distrubuzione. Mele lucide, pere che durano più giorni, pesche perfette, uva senza semi, agrumi senza semi, fragole sempre più grosse, angurie e cocomere senza semi, questi frutti hanno preso il sopravvento su quelli della tradizione facendone, in alcuni casi, perdere le tracce.
Un plauso va agli Agricoltori, alle Pro Loco, ai Comuni ed alle Associazioni che nei propri territori organizzano manifestazioni per riscoprire i frutti di cui pian piano si perde la conoscenza definitivamente.
Una delle feste più belle nella Regione Emilia Romagna, dedicata "Ai frutti dimenticati",si svolge ogni anno a Casola Valsenio in provincia di Ravenna ed è organizzata dalla Pro Loco. Una festa che si sta pian piano avvicinando al trentennale, l'edizione del 2019 è la 29esima.
Quattro giornate per un doppio weekend ricco di eventi che ruoteranno tutti intorno ai frutti dimenticati.
- Vari punti ristoro con specialità autunnali e a base di frutti dimenticati;
- mercato dei frutti dimenticati;
- degustazioni guidate di frutti;
- vini e olio;
- mostre, laboratori didattici;
- esposizione di animali dimenticati;
- dimostrazioni di cucina;
- spettacoli di strada;
- musica per grandi e piccini.
Ospiti di rilievo presenzieranno la manifestazione come lo scrittore Cristiano Cavina, il gastronomo e scrittore Graziano Pozzetto, il musicista Vittorio Bonetti, lo chef internazionale Robbie Pezzuol, il naturalista Massimo Pandolfi.
Piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo Medioevo, i frutti dimenticati sono perlopiù caratteristici della stagione autunnale e rappresentavano una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per l'inverno. Salvati dall'estinzione e recuperati per la gioia di chi li ha conosciuti e per chi li vede per la prima volta, ecco tanti bei frutti profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e marroni.
La ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Per questo, nel corso della festa si svolge anche un concorso di marmellate e uno di dolci al marrone, mentre i ristoranti della zona propongono per la “Cucina ai frutti dimenticati”. Si tratta di piatti che utilizzano i prodotti tradizionali del territorio, sia secondo la consuetudine sia in modo moderno, proponendo una cucina gradevole, naturale e dal forte potere evocativo. Fra le ricette a base di questi frutti ricordiamo: la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i dessert con protagoniste le pere volpine, le castagne, l'alkermes, il vino e il formaggio. Un gruppo di frutti dimenticati serve per preparare un antico piatto tipico, il "migliaccio", che richiede mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane, raffermo grattugiato, canditi, riso e, secondo l’antica ricetta, sangue di maiale in aggiunta.
A Casola Valsenio, infine, i frutti dimenticati si sposano perfettamente con le piante aromatiche del locale Giardino delle Erbe e danno vita a piatti straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melagrana, ottime se condite con l'olio extravergine Brisighello.
Nei menù dei ristoranti del paese compaiono i risotti di pere volpine, l'arrosto di arista con castagne e lamponi o il rotolo di vitello alla melagrana, la crostata di marmellata di sorbe, le prugnole ripiene di noci e zabaione, il sorbetto alle corniole.
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