Il Museo Abbaziale di Montevergine, località sita sul massiccio del Monte Partenio, a 36 chilometri a sud-est da Avellino, è un’esposizione di sculture, dipinti e opere d’arte risalenti a diversi periodi storici.
Di Gerardo Moretta
Il fondatore dell’Abbazia, San Guglielmo, decise di impiantarla al posto di un tempio dedicato alla dea Cibele, antica divinità anatolica, e da allora si è stanziata una comunità benedettina.
Il museo è all’interno del Santuario della Madonna di Montevergine(detta volgarmente “Mamma Schiavona” per la sua provenienza, la Schiavonia, tra la Dalmazia e la Macedonia), e nella prima parte del percorso è possibile ammirare la Mostra permanente del presepe. Sono ivi esposte opere artigianali presepiali donate da famiglie filantrope: di cartapesta leccese con statuine di varia grandezza, quelle in stile napoletano con vari costumi e colori, con rifiniture in legno, botteghe in miniatura costruite ad arte, illuminazione mirata, Gesù bambini di varie misure, il presepe donato dai maestri presepisti napoletaniGiuseppe e Marco Ferrigno, riproduzioni di cammelli e di re magi lavorate a mano, sculture provenienti da Meta di Sorrento, piccole statuine in corallo, presepi in campane di vetro.
All’inizio del tragitto propriamente museale, ci sono: riproduzioni di foto in bianco e nero dei primi pellegrini che si recavano al Santuario; un pozzo in pietra ossia l’Antica Sorgente di San Guglielmo; in una stanza attigua sono esposti contenitori di reliquie, bibbie antiche, calici decorati, incensieri antichi, un Bambino Gesù in terracotta che sembra vero e altri oggetti sacri che sono solo l’antipasto di quello che si può vedere al primo piano del Museo.
Una simpatica, competente e preparata guida, Maria Festa, accompagna i visitatori attraverso le varie sale. Nella Pinacoteca sono esposti, tra gli altri, dipinti della seconda metà del XVII secolo, di argomento biblico come il ‘Sacrificio di Isacco’, una ‘Madonna con Bambino’ di Andrea Vaccaro, una ‘Ultima Cena’ del Veronese, e alcuni dipinti raffiguranti proprio San Guglielmo intento in miracoli.
La Sala “Arredo Liturgico”, è piena di oggetti sacri come candelabri, calici, mitra cardinalizi, ostensori, reliquiari, croci, navette d’argento, parati, pissidi, un versatoio con bacile, un turibolo, acquasantiere di varia capienza, navicelle e secchielli in argento. In una stanza vi sono i busti contenenti reliquie di alcuni santi come San Massimo, San Costanzo, San Desiderio, San Mercurio ed altri e da qui inizia la Sezione Medievale dove è possibile visionare un seggio abbaziale probabilmente donato da un imperatore bizantino e una tavola dipinta con l’immagine di una Madonna che allatta il Bambino.
Lungo il corridoio che collega la Pinacoteca alle altre sale del museo sono a portata di occhi e di mani, frammenti di sculture di monumenti funerari in marmo, di pulpiti, del Monumento a Cassiodoro Simeoni e un lavabo da refettorio attribuito a Bernardino Landini. I parametri sacri esposti in teche di vetro sono Pianeti e parati completi di dalmatica e stola.
Un sarcofago strigilato con rilievi decorativi, ricavato da un unico blocco di marmo è all’entrata della Sala dedicata all’Arte romana, che si completa con sculture di ritratti funebri.
La “Sala delle Icone” espone tempere russe, provenienti dai Balcani, del XVIII secolo, del 1600, della Russia centrale, oltre a una raccolta di oggetti sacri donati dal Monsignor Tamburrino.
E’ un museo più che da visitare, da vivere, poiché non è semplice trovare tante opere d’arte sacra tutte concentrate in un luogo così magico e mistico come è questa località irpina frequentata da turisti fedeli e non provenienti da ogni parte del mondo, attratti dal fascino della Madonna Nera della quale erano molto devoti i regnanti D’Angiò.
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