Antonio Ligabue "Una vita d'artista".
Palazzo dei Diamanti a Ferrara dal 31 ottobre 2020 al 5 aprile 2021.
di Giovanni Tavassi
Dopo il grande successo della mostra Un artista chiamato Banksy, Palazzo dei Diamanti celebra, con una retrospettiva antologica, la vicenda umana e creativa di Antonio Ligabue e dal 31 ottobre 2020 al 5 aprile 2021, nelle sale espositive si possono ammirare i capolavori del genio italiano dell'arte naif.
Nato in Svizzera, a Zurigo, il 18 dicembre 1899 ha poi vissuto in Italia dove è morto a Gualtieri, nella bassa reggiana, il 27 maggio 1965.
Considerato il "buon selvaggio" dell'arte italiana, Ligabue ha un'infanzia travagliata e dopo la terza elementare, nel 1913, entra in un collegio per ragazzi handicappati e si mette subito in mostra per i suoi due aspetti: quello dell'arte del disegno e quello della cattiva condotta.
Nel 1917 è curato in una clinica psichiatrica, poi è espulso dalla Svizzera su denuncia presentata dalla madre adottiva. Ligabue arriva in Italia e affronta i disagi per il vagabondaggio ma non tralascia mai l'arte, realizza sculture di terracotta e disegna.
Nella cittadina della Bassa padana la sua vita resta durissima, segnata da ostilità, incomprensioni e ricoveri negli ospedali psichiatrici.
Il genio del naif italiano, è stato aiutato da artisti come Mazzacurati e lo scultore Mozzali che lo fece uscire, dall'internamento in "stato depressivo" per atti di autolesionismo, dal manicomio di Reggio Emilia.
E' solo con il dopoguerra che i critici d'arte e galleristi si interessano a lui e alle sue opere.
Il 1961 è l'anno della sua prima mostra organizzata alla Galleria La Barcaccia di Roma e nel 1963 a Guastalla, il suo amico gallerista Vincenzo Zanardelli gli dedicò una grande rassegna antologica.
Il vero naif - Antonio Ligabue nel 1962 (raro)
Un documentario di Raffaele Andreassi Antonio Ligabue nel 1962, tre anni prima della morte
Geniale e visionario, “Toni al mat” – il matto, così veniva chiamato – trova nella pratica artistica quel “luogo sicuro” che non ha mai avuto, uno spazio, fisico e mentale, per trasformare le difficoltà in opportunità e per dar voce ai suoi pensieri. Lo sottolinea Vittorio Sgarbi – curatore della mostra assieme a Marzio Dall’Acqua – secondo il quale: «È l’arte, come era avvenuto per Van Gogh, a concedere il riscatto di una condizione che lo spietato pragmatismo della società borghese continuava a ritenere una malattia da rigettare in toto».
La retrospettiva di Palazzo dei Diamanti documenta l’intera carriera di Ligabue e offre la l’opportunità di (ri)scoprire tratti e colori di un artista che resiste a etichette e a categorie troppo rigide per esprimere, come pochi, la forza naturale e istintiva del suo furore creativo.
Il suo fantastico e coinvolgente vocabolario figurativo si svelerà attraverso 100 opere, tra dipinti, sculture e disegni, alcune mai esposte sinora: dai celebri e intensi autoritratti, in cui Ligabue annota i tratti essenziali della propria personalità, alle scene ambientate in Svizzera, nostalgiche memorie dell’infanzia; dai ritratti alle nature morte, dai paesaggi agresti, alle scene di caccia e alle tormente di neve; dagli animali domestici del primo periodo, alle tigri dalle fauci spalancate, i leoni mostruosi, i serpenti, i rapaci che ghermiscono la preda o lottano per la sopravvivenza: una vera e propria giungla che l’artista immagina con allucinata fantasia fra i boschi del Po.
Il percorso espositivo sarà accompagnato da un catalogo illustrato che, grazie all’apporto di contribuiti di studiosi, critici e conoscitori dell’arte di Ligabue, approfondirà la vita e l’opera dell’artista, il quale, come sottolineava nel 1961 Giancarlo Vigorelli, «non può non sorprendere, non sgomentare e non convincere con lo spettacolo sbalorditivo di questa sua tenebrosa violenza e magica perizia di pittore che sa darci in un unico impasto l’ordine e il disordine dell’uomo e del creato».
La mostra è dedicata a Franco Maria Ricci, recentemente scomparso. Intellettuale di straordinaria sensibilità e intelligenza, editore colto e raffinato, grande collezionista d’arte e bibliofilo, ha sempre operato per divulgare la bellezza e la conoscenza del patrimonio culturale, contribuendo, tra l’altro, a promuovere e far conoscere l’arte di Ligabue.
La mostra è Organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma
A cura di Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi e con la supervisione di Augusto Agosta Tota.
Antonio Ligabue. Una vita d’artista
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
31 ottobre 2020 – 5 aprile 2021
Aperto tutti i giorni 10.30 alle 19.30
Aperto anche 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio, Pasqua e Lunedì dell’Angelo
Informazioni e prenotazioni