Dante. Gli occhi e la mente. Per il 7 centenario di Dante - Natoconlavaligia

Ultimo aggiornamento 14/01/2021
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“Dante. Gli occhi e la mente”: il grande progetto espositivo di Ravenna per il 7° Centenario di Dante.

3 grandi mostre e un progetto speciale organizzato dal Comune di Ravenna, in sedi varie a Ravenna, in collaborazione con il Museo degli Uffizi di Firenze.

di Giovanni Tavassi



Per il contenimento della pandemia i luoghi della cultura sono chiusi, una grande perdita per la nostra nazione che per il 12% del PIL deriva dal Turismo legato alla Cultura. Altre due settimane di stop ai siti culturali, risulta un duro colpo per l'intero settore e per le agenzie e uffici stampa che seguono le organizzazioni degli eventi. Ci auguriamo che il 3 dicembre 2020 possano riaprire e rimanere sempre aperti i luoghi della cultura, intanto, un grande evento è già previsto per il 2021, un evento dedicato al 7° Centenario di Dante. Una collaborazione fra l'Assessorato alla Cultura di Ravenna e il Museo degli Uffizi di Firenze.


Tre grandi mostre, riunite sotto il logo Dante. Gli occhi e la mente, ed un progetto speciale realizzato in stretta collaborazione con il Museo degli Uffizi vengono  proposte dal Comune di Ravenna, l’Assessorato alla cultura e dal MAR -  Museo d’Arte della città di Ravenna in occasione del Settecentesimo  anniversario della morte di Dante Alighieri e grazie anche al prezioso  contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Diversissimo il taglio e il tema di ciascuna delle tre esposizioni. La prima di esse, a cura di Benedetto Gugliotta, è stata inaugurata lo scorso settembre alla Biblioteca Classense. Con il titolo Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante.  Ripercorre il VI centenario dantesco del 1921, inaugurato l’anno prima  alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce. Vi  sono esposti libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e  numerosi oggetti d'arte conferiti come omaggio a Dante e alla città  "ultimo rifugio" del poeta oltre al manifesto del VI centenario  realizzato dall’artista Galileo Chini e i celebri sacchi contenenti  foglie di alloro donati da Gabriele d’Annunzio alla Tomba di Dante e  decorati da Adolfo De Carolis.

Dal prossimo 6 marzo e sino al 14 luglio, l’antica chiesa camaldolese di San Romualdo accoglierà Le Arti al tempo dell’esilio, mostra a cura di Massimo Medica.  Il percorso espositivo che ripercorre le tappe dell’esilio dantesco,  attraverso una raffinata selezione di opere fondamentali dei più  importanti artisti del tempo di Dante, concesse dai più prestigiosi  musei nazionali e internazionali. L’imponente scultura in bronzo dorato  di Bonifacio VIII di Manno Bandini, prestito dal Museo civico medievale  di Bologna, apre il percorso. A documentare il momento fiorentino sono  ben 4 opere di Giotto e Cimabue. Proseguendo quindi con Nicola Pisano,  Arnolfo di Cambio, Giovanni e Giuliano da Rimini. Nel percorso anche  capolavori assoluti dell’oreficeria e della miniatura, tra i quali la  sontuosa Bibbia concessa dall’Escorial.

La terza mostra Un’epopea pop, a cura di Giuseppe Antonelli,   si svolgerà al MAR - Museo d’Arte della città a partire dal prossimo  settembre. Mostrerà la fortuna popolare della figura di Dante Alighieri,  che attraversa i secoli e i generi espressivi. Un racconto che  presenterà testimonianze letterarie, grafiche e artistiche, fotografiche  e cinematografiche, musicali e commerciali legate al Sommo Poeta, con  centinaia di oggetti espositivi, dai manoscritti del Trecento fino agli  articoli di merchandising. Una narrazione filologica che mostrerà il  nome di Dante, le sue parole, il suo inconfondibile profilo usato come  marchio commerciale e in chiave pubblicitaria (come nella celebre  affiche della Olivetti); il Dante personaggio nelle trame di libri,  film, trasmissioni televisive, fumetti, comics e manga, videogiochi.  Legato alla mostra un ricco programma di eventi collaterali.
Intrecciato alla mostra, invece, un percorso d’arte contemporanea,  a cura di Giorgia Salerno.  Proporrà una voce fuori campo che vedrà le opere di artisti  contemporanei scelte in attinenza concettuale a riferimenti danteschi  con temi guida come le anime, la figura femminile, il sogno, il viaggio e  la luce. Un’immersione dantesca in cui in ogni tema, delineato dalle  opere, si potranno rintracciare riferimenti a luoghi e personaggi di  Dante e della Commedia.

In mostra importanti artisti e artiste del panorama internazionale come Richard Long,  Kiki Smith, Rä di Martino, Elisa Montessori, Tracey Emin, Robert Rauschenberg, Gilberto Zorio, tra gli altri. Al centro del chiostro cinquecentesco del MAR, il pubblico avrà l’occasione di entrare fisicamente in Sacral di Edoardo Tresoldi, una grande architettura scelta per rileggere il Nobile Castello o Castello degli Spiriti Magni, in un’azione quasi performativa che conduce a ripercorrere il viaggio dantesco.

Con la Galleria degli Uffizi il Comune di Ravenna ha avviato una collaborazione pluriennale ed è da essa che prende vita il progetto espositivo “Dante nell’arte dell’Ottocento. Un’esposizione degli Uffizi a Ravenna”.  In virtù di questo protocollo di intesa,  la Galleria degli Uffizi  concede in prestito un nucleo di opere d’arte ottocentesche per gli  spazi di Casa Dante di Ravenna che avrà così una sezione espositiva  dedicata al sommo poeta. Il museo, inoltre, parteciperà ogni anno  all’Annuale dantesco con il prestito di un’opera d’arte dedicata a Dante  Alighieri. Ad aprire la sequenza è l’olio di Annibale Gatti  raffigurante “Dante in esilio”, già in mostra nei chiostri francescani  limitrofi alla tomba di Dante, dove resterà esposto sino a settembre  ’21. Nell’opera Dante è raffigurato nella pineta di Classe.  Annunciando  l’accordo con la Città di Ravenna, Eike Schmidt, Direttore delle  Gallerie degli Uffizi, ha sottolineato che: “La collaborazione  istituzionale tra gli Uffizi e Ravenna, in casi di progetti importanti  come questo, pone in primo piano il territorio e la sua storia, ne  esalta i valori, promuove la conoscenza e, non ultimo, diventa un  ingranaggio fondamentale della ripresa dopo la pandemia. Il volgare  fiorentino è diventato lingua letteraria nazionale grazie a Dante,  Giotto ha diffuso in tutta Italia una forma espressiva nuova e radicale,  alla base di ogni sviluppo artistico successivo: solo riallacciandoci a  quegli esempi coraggiosi di apertura possiamo fare del nostro  patrimonio una forza sociale per l’intero Paese”.
 
26/11/2020
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