Il Riso Delta del Po IGP diventa anche Bio - Garanzia e innovazione che hanno portato verso le colture biologiche.
Il giorno 10 luglio 2020, sulla pagina facebook del Riso Delta Po IGP, si è svolto un importante convegno, in diretta, una sessione educativa/informativa su un prodotto di alta qualità "Il Riso del Delta del Po IGP".
di Giovanni Tavassi
In Italia ci sono diverse aree geografiche vocate alle produzioni del riso.
Fra le Province di Ferrara e Rovigo nei terreni incontaminati e lontani da fonti di inquinamento, dove si incontrano le acque del Po con quelle del mare, dove le brezze marine accarezzano i terreni e l'aria si sposta da mare verso terra e da terra verso il mare, nascono le quattro varietà del Riso del Delta del Po.
Il Riso del Delta del Po IGP è confezionato in diverse varietà presenti sul mercato:
Carnaroli, Arborio, Baldo, Volano. Ogni varietà ha la sua caratteristica specifica, anche se li accomuna i chicchi consistenti, tengono bene la cottura e assorbono bene liquidi e condimento, quindi, molto adatti per creare piatti di eccellente qualità, non sono solo buoni ma anche sani. Un alimento consigliato nella dieta quotidiana, grazie alla grande digeribilità e al fattore ipoallergenico, al grande tenore proteico e alle su proprietà antiossidanti, oltre ad un contenuto di acidi grassi essenziali quali gli omega3 e gli omega6. Uno degli obiettivi del territorio deltizio è proprio quello di garantire questa eccellente qualità e la filiera produttiva, attraverso un severo disciplinare di produzione e attenzione per mantenere costantemente alto livello qualitativo a completa garanzia per il consumatore.
Con la recente modifica al Disciplinare di produzione sono state ammesse alla coltivazione IGP anche le varietà Caravaggio, Cammeo, Keope, Telemaco e Karnak.
Un webinar si è svolto il 10 luglio 2020 sulla pagina facebook del Consorzio Tutela Riso del Delta del Po IGP e dove sono intervenuti i diretti interessati di un progetto ambizioso e molto importante che ha già dato buoni risultati in fase di sperimentazione della coltura biologica.
Alex Baricordi - dirigente del Consorzio Tutela Riso Delta Po IGP
Ad aprire i lavori, Alex Baricordi, dirigente del Consorzio Tutela Riso Delta Po IGP che ha parlato del luogo e nei terreni dove si produce questo prodotto "Un prodotto di altissima qualità che cresce a cella climatica particolare, caratterizzata da terreni fertili che sono vicini al mare un ambiente incontaminato immerso all'interno del Parco naturale del Delta del Po, che si trova fra le Province di Ferrara e Rovigo. Le caratteristiche di questo territorio, unitamente a quelle nutrizionali e organolettiche, rendono il Riso del Delta Po IGP un prodotto unico e un prodotto irripetibile, tanto da veder riconosciute queste peculiarità con l'ottenimento nell'anno 2009 del marchio di eccellenza d'Indicazione Geografica Protetta. Ma la vera sfida che il comparto sta affrontando è quello della miglior competitività del riso attraverso la diversificazione con nuovi prodotti biologici e connotati da aspetti nutraceutici. Oggi i relatori vi parleranno del progetto Competi Bio Riso".
Il progetto, cofinanziato dai fondi PSR Regione Emilia-Romagna, che ha visto la collaborazione di diversi soggetti tra cui il Consorzio di Tutela, Grandi Riso, Ente Nazionale Risi, Consorzio Futuro in Ricerca insieme ad UNIFE, e Areté, ha avuto l’obiettivo di incentivare l’innovazione e la diversificazione del Riso del Delta del Po IGP in funzione di richieste dei mercati per migliorare la sostenibilità economica e ambientale delle produzioni della zona.
Il progetto COMPETI BIO RISO si prefigge due obiettivi:
Generale
Incentivare l’innovazione e la diversificazione del Riso del Delta del Po IGP in funzione delle richieste del mercato
Specifico
Specifico
Introdurre la risicoltura biologica negli areali del Delta del Po, sviluppare una linea di riso integrale biologico di facile impiego per il consumatore, caratterizzare e promuovere le qualità del territorio presenti nel riso biologico del Delta del Po per una sua inscrizione all’IGP (Indicazione Geografica Protetta).
I soggetti partecipanti al progetto sono: Grandi Riso Spa (Capofila) - Consorzio Tutela Riso Delta Po IGP - Ente Nazionale Risi - Consorzio Futuro in Ricerca - Areté Srl.
Presidente del Consorzio Tutela Riso del Delta Po
Il Presidente del Consorzio, Adriano Zanella, ha parlato del progetto portato avanti insieme all'Università di Ferrara "Insieme all'Università di Ferrara abbiamo voluto capire, attraverso una sperimentazione nuova, se nelle nostre zone è possibile la coltivazione del biologico, ovviamente con l'osservanza di tutte le tecniche che abbiamo in atto per la coltivazione. Abbiamo imparato come si faceva il riso, prima in un certo sistema, poi siamo passati al biologico. Sostanzialmente abbiamo visto che la produzione biologica è difficoltosa da produrre ma non impossibile. Abbiamo seguito passo passo l'evolversi e la crescita del nostro riso, partendo dalla preparazione del letto di semina, dove abbiamo fatto una scoperta molto importante, la stagione intensamente piovosa dell'anno scorso ci ha costretto a ritardare le semine, quindi, siamo stati costretti a fare più lavorazioni del terreno, arrivando anche a tre lavorazioni del terreno, l'infestante cresceva si entrava e si puliva, cresceva e si puliva, cresceva e si puliva. Questo ci ha portato ad un grande risultato, perchè abbiamo capito che seminando il 15 di giugno, le infestanti vengono automaticamente soppresse durante la lavorazione in campo e senza bisogno di ricorrere ad altre situazioni. Dopo il letto di semina, sono arrivate macchine appropriate che hanno fatto il duplice lavoro, quello di stendere i teli, biodegradabili, per la pacciamatura e fare la semina all'interno dei buchi presenti sui teli stessi. Avvenuta la germogliazione, abbiamo accompagnato la crescita, facendo, insieme all'Università, agricoltori e Ente Risi, dei sopralluoghi per constatare l'andamento delle coltivazioni".
Simone Boattin - Tecnico Ente Nazionale Risi
Simone Boattin, Tecnico Ente Nazionale Risi, ha illustrato la tecnica usata per le nuove coltivazioni dei campi di riso biologici "La coltivazione del campo di riso biologico, condotta l'anno scorso nel 2019, prevedeva la coltivazione di riso attraverso la tecnica della pacciamatura biodegradabile. Abbiamo scelto questo tipo di tecnica, visto le esperienze precedenti nelle altre zone risicole in Italia ed eravamo curiosi di capire se la tecnica poteva essere utilizzata nella nostra zona e nei nostri terreni. Ovviamente la coltura biologica non può essere inserite in tutte le risaie in corso perchè ha bisogno di una preparazione agronomica preventiva e programmazione dell'anno di coltivazione. A Ferrara già si fa una sorta di programmazione perchè la risaia non insiste nel terreno per più di 5/7 anni e il riso entra in rotazione con altra coltura asciutta. Nel campo specifico biologico, siamo partiti da una risaia che insisteva nel terreno per il secondo anno, quindi, 2018/2019 mentre prima era coltivata a soia e grano. Siamo partiti con l'idea di seminare a metà maggio ma abbiamo avuto il mese più piovoso degli ultimi 15 anni con 250 mm di pioggia in un mese che ha ritardato la semina. Siamo partiti con la semina il 7 di giugno 2020 e da quel momento siamo stati aiutati perchè le temperature si sono alzate facendo sì che il riso germinasse nel giro di una settimana. Abbiamo ottenuto un campo con un giusto investimento e le fasi successive sono state operate attraverso le tecniche tradizionali. Non si è registrato nessun problema e non sono state utilizzate concimazioni o trattamento chimico".
Annalisa Maietti Docente/Ricercatrice Unife/CFR
Annalisa Maietti Docente/Ricercatrice Unife/CFR ha parlato del progetto Competi Bio Riso - "Il progetto si prefigge di portare innovazione al Riso del Delta del Po, dopo l'ottenimento del marchio IGP nel 2009, nel 2012 è stato creato il Consorzio di Tutela del Riso del Delta del Po, quindi ha una storia recente come prodotto a marchio. Il riconoscimento seppur giovane è derivato comunque da una storia antica di queste zone per la coltivazione e consumo del riso, per la particolare composizione dei terreni in posizione geografica vicino al mare ma, deriva anche da una particolare composizione chimica che ha permesso di diversificare i contenuti promatologici di riso coltivato in questa area rispetto al riso coltivato in altre aree. L'innovazione arriva da due importanti elementi che sono l'impatto ambientale ed il contenuto salutistico".
Francesco Cavazza di Aretè
Francesco Cavazza di Aretè, società di consulenza in ambito economico - "Quale è stato il nostro compito nel progetto Competi Bio Riso, parallelamente a tutte le prove sperimentali svolte in campo e in fase di trasformazione, abbiamo condotto un'analisi di quelle che sono le implicazioni economiche delle innovazioni introdotte dal progetto. Ci siamo focalizzati su due fasi, quella agricola della coltivazione del riso e quella della trasformazione, analizzando la redditività del riso coltivato in biologico, coltivazione resa possibile grazie alle innovazioni tradotte dal progetto ed abbiamo poi confrontato la redditività rispetto a quello coltivato in forma convenzionale. Questo ci ha permesso di vedere le differenze fra le due performance economiche per meglio guidare e favorire l'introduzione delle innovazioni e guidare l'agricoltore in un senso piuttosto che nell'altro. Dai risultati è emerso che il riso coltivato in biologico è possibile, le produzioni sono significative e i prezzi di vendita sono superiori a quello convenzionale".
Alessandro Grandi, titolare Grndi Risi S.p.A.
Alessandro Grandi, titolare Grandi Risi S.p.A. - "Il progetto biologico che abbiamo sviluppato è un progetto piuttosto importante perchè ci serve per capire fino a che punto questi terreni possono produrre il prodotto biologico. Prodotto biologico perchè è già un ambiente particolarmente sano, è un ambiente dove non ci sono inquinanti esterni, smog o fabbriche, lontano dalle autostrade e dal grande traffico, la vera agricoltura dove il Delta del Po confina col mare. Di giorno l'aria dal mare va verso terra, di notte da terra verso il mare. Il fatto di poter sviluppare un progetto sul biologico è una grande opportunità e capire fino a che punto ci possiamo spingere nel produrre un prodotto biologico al fine di garantire, oltre che, l'intera filiera anche la salubrità dello stesso prodotto. Vediamo dei risultati interessanti che esamineremo fino in fondo ma che hanno dato già delle buone aspettative per poi conferire il tutto alla GDO (Grande distribuzione organizzata) per verificare da parte loro l'interesse di un prodotto del genere".
In conclusione, i ringraziamenti e alcune considerazioni da parte di Alex Baricordi a nome del Consorzio di Tutela Riso del Delta IGP - "il progetto ha permesso di mettere a punto una tecnica di coltivazione del riso biologico nei territori del Delta del Po, che consente di contenere la pressione delle erbe infestanti con metodi biodegradabili/compostabili e produrre un riso che mantiene le peculiarità che contraddistinguono il Riso IGP migliorando alcuni aspetti nutraceutici, nonché di porre le basi necessarie al processo di diversificazione per la coltivazione di prodotti maggiormente richiesti dal mercato.
Risulta quindi interessante valutare una doppia certificazione: IGP e BIO".
12/07/2020 Versione pdf