Il Consorzio Aglio di Voghiera ha compiuto qualche mese fa i suoi primi venti anni e sta viaggiando con il vento in poppa.
I consumi da quando è scoppiata l'emergenza coronavirus sono aumentati notevolmente in quanto è risaputo fin dall'antichità che l'aglio sia un ottimo disinfettante naturale.
"In effetti abbiamo avuto una richiesta eccezionale di prodotto - conferma il presidente del Consorzio Simone Bacilieri - e il trend è tuttora elevato".
Il presidente annuncia che nonostante le difficoltà anche quest'anno avrà luogo la fiera dell'aglio dal 7 al 9 agosto. In realtà venerdì 7 ci sarà soltanto un assaggio di bruschette durante l'esibizione del gruppo Cisalpipers nell'ambito di Estate al Belriguardo. Lo stand sarà in funzione nelle serate di sabato 8 e domenica 9 agosto (non più quindi lo stand aperto a mezzogiorno). Durante le due serate ci sarà anche un accompagnamento musicale l sabato pomeriggio alle 17 è previsto anche un convegno dove si discuterà di problematiche legate alla coltivazione dell'aglio. Prevista anche una esposizione di macchine storiche. "attuale campagna si preannuncia di ottimo livello livello - afferma il presidente Bacilieri - sia come qualità che come quantità" con soddisfazione per i circa 350 soci del Consorzio che coltivano i 120 ettari di terreno certificati Dop (Denominazione di Origine Protetta) nelle zone di produzione che comprende il comune di Voghiera e parte dei comuni di Masi Torello, Portomaggiore, Argenta e Ferrara per una produzione di seimila quintali di prodotto (produzione per ettaro dagli 80 ai 100 quintali), commercializzato per la gran parte dalle ditte Mazzoni, Aglio del Nonno e Le Aie. Il prodotto viene indirizzato in larghissima parte alla grande distribuzione e il prezzo va da un euro a un euro e 15 centesimi per la confezione (100-150 grammi). Al consumatore un chilo di prodotto viene a costare dai 12 ai 14 euro. Si tratta di una coltivazione che da anni offre un buon reddito agli agricoltori. Una produzione lorda vendibile di 70-80 quintali per ettaro dà un introito di circa 16mila euro per ettaro all'agricoltore, poi ovviamente vanno detratte le spese.
Fino circa al VII secolo d.C. Voghiera ha avuto un ruolo predominante nell’agricoltura del territorio del delta del Po, come testimoniato da alcuni reperti archeologici. Più avanti nel tempo gli Estensi decisero di rilanciare il territorio. Nel 1435, infatti, il marchese Niccolò III costruì a Voghiera il castello del Belriguardo, residenza estiva della famiglia degli Estensi e questo incentivò la coltivazione di piante da orto ed in particolare di aglio destinati ai fastosi banchetti di corte. Notizie più recenti si ritrovano in documenti contabili risalenti al 1928, nei quali sono registrati atti sul commercio di “agli e cipolle” locali con alcuni paesi europei.
Fino circa al VII secolo d.C. Voghiera ha avuto un ruolo predominante nell’agricoltura del territorio del delta del Po, come testimoniato da alcuni reperti archeologici. Più avanti nel tempo gli Estensi decisero di rilanciare il territorio. Nel 1435, infatti, il marchese Niccolò III costruì a Voghiera il castello del Belriguardo, residenza estiva della famiglia degli Estensi e questo incentivò la coltivazione di piante da orto ed in particolare di aglio destinati ai fastosi banchetti di corte. Notizie più recenti si ritrovano in documenti contabili risalenti al 1928, nei quali sono registrati atti sul commercio di “agli e cipolle” locali con alcuni paesi europei.