La Grande Guerra si scopre camminando: itinerari tra storia e natura in Val di Sole. Di Giovanni Tavassi
Il turismo legato agli eventi della storia riscuote sempre più successo e interesse per coloro che vogliono capire come è andato il corso della storia e come sarebbe andato a finire se valorosi soldati non avessero, con dedizione e amore per la propria patria, resistito all'attacco degli invasori.
La Guerra Bianca, fra le montagne innevate sul fronte italiano durante la prima guerra mondiale fu combattuta dalle truppe da montagna fra il 1915 e il 1918.
Nel cuore delle Dolomiti su una linea al di sopra dei 2000 metri, un formidabile ostacolo naturale contro l'impero austro-ungarico che tentava di entrare in Italia, ma le truppe del Regno d'Italia tennero testa con tutti gli espedienti e le armi in proprio possesso e resistettero nonostante le condizioni di estrema difficoltà legate al clima invernale e alla difficoltà per gli approvvigionamenti da portare in quota. Tormente di neve, valanghe costrinsero spesso le truppe a rimanere imprigionate all'interno delle montagne.
Seguendo le orme della storia, in Val di Sole, si entra in contatto con la vita quotidiana dei soldati della Guerra Bianca, esplorando trincee, forti e musei ricchi di installazioni multimediali, cimeli e reperti.
Una grande storia collettiva si dipana tra i più bei sentieri della valle, nei paesi del fondovalle e sui passi di montagna, fino a 3.600 metri:
guida agli itinerari più interessanti.
Esistono storie che avanzano a passo d’uomo, risalgono la superficie della memoria per emergere in un paesaggio che porta ancora i segni del passato: trincee, fortini diroccati, camminamenti. Camminare lungo gli itinerari della Grande Guerra in Val di Sole significa viaggiare nel tempo, “dentro” un museo all’aperto. E scoprire come una generazione di giovani affrontò due nemici: uno portava “la divisa di un altro colore”, come cantava De André ne “La Guerra di Piero”, l’altro, altrettanto temuto, era composto di neve, roccia impervia, condizioni climatiche estreme.
Ad un secolo dalla fine della Guerra Bianca, come venne chiamata a queste latitudini – e soprattutto altitudini – la Val di Sole conserva un’eredità affascinante di pietra e cemento: le trincee, i forti austroungarici, restaurati e visitabili, e anche i musei che questa storia raccontano a partire da cimeli e installazioni multimediali. Un patrimonio da esplorare lentamente, seguendo i percorsi che oggi uniscono queste diverse testimonianze.
L’itinerario “Sulle tracce della Grande Guerra” si sviluppa intorno a tre punti focali. Prima tappa, il Museo della Guerra Bianca di Vermiglio, che contiene un ricco allestimento di reperti e cimeli rari e di grande valore storico, una collezione avviata da Emilio Serra, che oggi comprende un nuovo allestimento dedicato al fronte del Tonale. Seconda tappa: Forte Strino, situato in posizione strategica, lungo la strada che sale da Vermiglio verso Passo Tonale. Un ambiente carico di fascino, incastonato in un paesaggio di grande bellezza, che racchiude esposizioni belliche e sezioni interattive. Infine, la Galleria Paradiso, una caverna scavata nel granito che fungeva da ricovero per i soldati. Oggi ospita vari reperti bellici in esposizione, uno specchietto ricco di informazioni per orientarsi nella storia e un suggestivo tappeto sonoro “Suoni e voci della Guerra Bianca”.
Una delle testimonianze più incredibili del primo conflitto mondiale si trova a Punta Linke, a 3.632 m di altitudine: qui, dove era situata una delle postazioni austro-ungariche più strategiche durante il conflitto, è stato inaugurato, qualche anno fa, un museo. Il clima estremo, il ghiaccio e la neve hanno permesso di conservare il particolare sito in condizioni eccezionali: un gran numero di reperti, cimeli, ricordi si trovano esattamente nell’ambiente dove sono stati fisicamente abbandonati un secolo fa, e perciò l’impatto emotivo dell’allestimento è ancora maggiore.
Di grande interesse anche il Museo della Guerra Bianca di Pejo, che si propone di far rivivere il quotidiano dei soldati al fronte e della popolazione della vallata. Tra i reperti e le ricostruzioni più interessanti, una cucina da campo, un carrello originale recuperato a Punta Linke, una baracca utilizzata come avamposto medico e un tabernacolo con altare trasportabile, adattato alla vita da trincea.
Infine, chi vuole unire il percorso storico al fascino di una ferrata impegnativa con una vista superba, può provare il Sentiero dei Fiori. Arrivati al Rifugio Capanna Presena si sale lungo questo itinerario complesso, con ben 4 passaggi in cresta, che si sviluppa lungo le vecchie trincee, con tratti attrezzati, cavi d’acciaio e ponti sospesi.
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