Vinitaly 2018 - Ogni annonuovi Buyer per i B2B di Taste&Buy - Natoconlavaligia

Ultimo aggiornamento 21/01/2019
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Il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati in programma dal 15 al 18 aprile 2018: Vinitaly Incoming ogni anno nuovi Buyer per i B2B di Taste&Buy.


Un migliaio i nuovi trader selezionati e invitati direttamente attraverso i delegati di Veronafiere e in collaborazione con Ice Agenzia. Presenti i monopoli del Canada e buyer da Usa, Russia e Cina dove l’outlook Vinitaly/Wine Monitor prevede aumenti dell’import rispettivamente del 22,5 – 27,5 e 38,5% entro il 2022.

Si chiama Taste&Buy il servizio di matching b2b che Vinitaly offre agli espositori di Vinitaly e che propone incontri con buyer ogni anno nuovi, qualificati, selezionati e invitati da Veronafiere attraverso la sua rete di delegati in tutto il mondo e in collaborazione con Ice Agenzia nell’ambito del Piano di promozione straordinaria del made in Italy del Mise. Prevista anche quest’anno un’attività di incoming  per VinitalyBio, realizzata in collaborazione con Federbio.
Circa 1.000 quest’anno i nuovi professionisti da una sessantina di Paesi, che si aggiungono agli operatori in visita (in totale 128.000 nel 2017 dei quali 48.000 da 142 Paesi). Oltre agli incontri b2b con le aziende parteciperanno ai walk around tasting  dei consorzi e nei grand tasting di Vinitaly. Nel 2017 i matching organizzati all’interno dell’iniziativa Taste&Buy e dei walk around tasting sono stati ben 1.300 in quattro giorni di fiera.
Nella classifica dei mercati di maggiore interesse per gli espositori ci sono sempre il Nord America, con Stati Uniti e Canada, Russia e Cina.

Usa  e  Canada
Nel  2017  sono  stati 7.800 gli operatori  commerciali registrati  a  Vinitaly provenienti  dal Norda America. Quest’anno, l’incoming dagli Usa, primo mercato per l’export enologico italiano con un valore  di 1,6 miliardi  di euro, vede sempre  più  presenti  importatori  e  distributori  oltre  che  dalla  East  e West  Coast  anche  dagli  Stati  interni,  come  Colorado,  Kansas,  Missouri  e  Illinois. Un’opportunità per entrare  in  contatto  con i mercati meno  esplorati  degli  Usa,  per  il  quale
l’analisi “I l  futuro  dei  mercati,  i mercati del futurodi Nomisma Wine Monitor per Vinitaly 2018 prevede una crescita del 22,5% entro il 2022.
Buone  prospettive  anche  per  il Canada, quinto mercato per l’export italiano di  vino  (poco  meno  di 80.000  hl  nel 2017),  con  un  trend  in  costante  crescita  (+9%  in  quantità,  +8%  in  valore  sul  2016).  Per questo l’attività di incoming di buyer dal Paese nordamericano è stata ulteriormente potenziata rispetto agli scorsi anni,
anche in collaborazione con Ice Canada, grazie alla quale quest’anno sono in fiera anche nuovi monopoli: SAQ (Quebec), ANBL (New Brunswick), NSLC (Nuova Scozia), che si aggiungono a quelli già tradizionalmente presenti: LCBO (Ontario), BCLDB (British Columbia), MBLL (Manitoba). Per presentare le nuove occasioni
per il vino italiano, Ice Canada in collaborazione con Vinitaly organizza lunedì  16  aprile  dalle  ore  9,30  nello  spazio  wine2digital  (primo  piano  Palaexpo)  un  incontro  dal  titolo “Destinazione Canada”, con i rappresentanti dei monopoli LCBO, SAQ, BCLDB, ANBL, NSLC, MBLL, per una presentazione dei singoli mercati.

Russia
Il Paese torna a essere strategico per il vino italiano. Attualmente l’import dall’Italia ammonta a circa  255  milioni  di  euro  e  le previsioni  Vinitaly/Wine  Monitor  stimano  nei  prossimi  cinque  anni  un incremento delle importazioni del 27,5%.
Per sostenere  questo  trend, la  selezione per l’incoming quest’anno ha fatto leva  su  due  tipologie  di buyer: aziende top grossi importatori da anni espositori a Vinitaly Russia con fatturati alti - interessati ad  espandere  il  proprio  portfolio;  aziende  di  dimensione  più  piccola  ma  molto  incentivate  a  trovare nuovi fornitori dall'Italia e creare da zero un portfolio di vini italiani.

Cina
Del  38,5%  le  previsioni  di  incremento per  il  vino  italiano  in  Cina  entro il  2022,  dove  attualmente l’Italia esporta vini per 143 milioni di euro ed è al sesto posto tra i Paesi importatori Nella  selezione degli operatori provenienti dalla Cina molto importante è stata quest’anno la valutazione geografica, per mantenere  il  presidio  nelle  città di  prima  fascia  come  Pechino, Shanghai, Hangzhou (il centro dell’e-commerce  in  Cina  e  sede  di  Alibaba)  e Chengdu, che ha visto nel corso degli anni l’organizzazione di molte  fiere  dedicate  al  settore  (tra  cui  Vi nitaly  Chengdu,  parte  del fuori salone del “China Food and Drinks Fair for Wine and Spirits”, uno
degli  eventi  b2b  più  importanti  del  comparto  vitivinicolo  cinese, arrivato  alla  sua  98ª edizione),  ma al tempo stesso addentrarsi all’interno del Paese, coinvolgendo
aziende  provenienti  da  città  di  seconda o  addirittura  di  terza  fascia: Beihai  e  Changchung  (seconda fascia); Yantai (città di terza fascia ), una delle maggiori aree della Cina per produzione ed importazione di vini e Foshan (terza fascia).
10/04/2018
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